Il ministro Francesco Lollobrigida non vuole sentir parlare di dimissioni e difende il suo operato in merito alla vicenda del treno Frecciarossa da lui fermato per poter scendere e proseguire il suo viaggio a bordo dell’auto blu. Lollobrigida ritiene di non aver commesso alcun abuso di potere, e di aver fatto una cosa permessa a tutti i cittadini.

Il ministro Lollobrigida respinge l’ipotesi dimissioni per il treno fermato: “Era mio dovere essere a Caivano”

Nessuna marcia indietro, anzi. Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida offre ai cronisti – per la verità, un po’ perplessi – la sua versione per quanto accaduto martedì 21 novembre. Lo fa a margine del Forum Coldiretti, organizzato con The European House – Ambrosetti a Villa Miani a Roma.

Ritiene, infatti, di non aver commesso alcun abuso di potere, facendo fermare il treno in cui viaggiava all’altezza di Ciampino, e spiega le motivazioni del suo gesto, da lui ritenuto perfettamente legale.

“Ho chiesto se fosse possibile scendere dal treno quando questo era fermo, nel breve tragitto tra la stazione Termini e Ciampino. Non ho abusato proprio di niente, perché ho chiesto se fosse possibile fare una determinata cosa e mi è stato detto di ‘sì’, altrimenti non l’avrei fatta. Se c’è qualche violazione di legge, ovviamente emergerà”.

La vicenda, che ha già scatenato l’ironia del Web con moltissimi meme dedicati, potrebbe essere l’ennesima versione moderna di una storia del Marchese del Grillo, ma Lollobrigida non accetta la narrazione che lo vedrebbe come il potente di turno che esercita i propri privilegi sopra tutto e tutti. Difende, infatti, la ragione della sua richiesta, legata al parco di Caivano che, proprio in quella giornata, veniva riconsegnato alla cittadinanza dopo anni nelle mani della criminalità.

“Andare a Caivano era un dovere e, quindi, nel momento in cui il treno stava facendo tante soste su una linea molto lenta come quella, ho chiesto se fosse possibile la fermata ed è risultato essere lecito. È stata effettuata una fermata accessibile a tutti i cittadini e non mi risulta di esser stato solo io a scendere“.

Lollobrigida: “Non andavo in vacanza ma a fare il mio lavoro”

Lollobrigida imposta la sua ‘difesa’ proprio a partire dal suo ruolo istituzionale e dagli impegni che questo comporta, per poi ripetere che, qualora ce ne fosse il bisogno, risponderà a ciò che gli venisse contestato.

La discesa dal treno non era per andare in vacanza o dalla mia famiglia, ma era per andare a fare il mio lavoro. Detto questo, non sono mai sfuggito al confronto e, se dovessero essere richieste altre risposte, le daremo nelle sedi opportune”.

Non è la prima volta che Lollobrigida si trova al centro della bufera, dopo le parole sui poveri che in Italia mangiano meglio dei ricchi e le sue esternazioni sul rischio di “sostituzione etnica” nel nostro Paese a causa dei migranti. Ma il ministro non ci fa caso e tira dritto per la sua strada.

“In un anno sono stato oggetto di attacchi di ogni genere, dalle vicende familiari al gossip, ma non sono mai sono stato attaccato sul mio lavoro per il mondo dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca. Evidentemente, a detta di coloro che lo rappresentano, sto dando risposte che, forse, in passato non arrivavano”.

Tajani sul caso Lollobrigida: “Una sciocchezza, era lì per una missione di Stato”

A sostegno di Lollobrigida arrivano, sempre dal Forum Coldiretti, le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che bolla la vicenda come una sciocchezza, rigettando l’ipotesi delle dimissioni, in quanto il ministro era in missione istituzionale.

“Il ministro non stava andando in vacanza con la famiglia ma a Caivano. Il privilegio esiste quando si tratta di vicende personali, qui si tratta di una fermata – prevista peraltro dalle norme, come detto da Ferrovie dello Stato – per consentire al ministro di andare a svolgere il suo lavoro istituzionale”.