Il passato alla Juventus resta un argomento ancora attuale per Maurizio Sarri. L’allenatore della Lazio ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Tra passato, presente e futuro, il tecnico toscano ha le idee chiare.
Lasciare il Chelsea nell’estate del 2019 per fare ritorno in Italia è catalogato tra gli errori commessi nella lunga carriera dell’allenatore. Il presente e il futuro di Maurizio Sarri resta a tinte biancocelesti. In più occasioni, infatti, il tecnico ha rimarcato il desiderio di voler terminare la sua carriera da allenatore alla corte di Claudio Lotito. L’obiettivo è quello di continuare l’importante percorso di crescita avviato già nello scorso biennio. Un’aspettativa legata ad un altro sogno: quello di poter allenare la compagine biancoceleste allo stadio Flaminio:
Mi piacerebbe che la Lazio fosse la mia ultima squadra e vorrei allenarla al Flaminio. Il mio Napoli sarà ricordato per 30 anni. Alla Juventus, invece,tutto era dovuto e dovevamo vincere solo la Champions, ma era un messaggio inquinato. Ho vinto lo scudetto con un gruppo a fine ciclo e una società che aveva voglia di cambiare, ma non la convinzione. Ho sbagliato a voler venire via dalla Premier League, tornare in Italia è stato un errore.
Maurizio Sarri a La Repubblica
Sarri, l’errore Juventus e il futuro alla Lazio
Oltre all’esperienza alla Juventus, Maurizio Sarri non ha lesinato la solita frecciatina al sistema calcio. Il susseguirsi di partite ravvicinate rappresentano – da sempre – un cavallo di battaglia del tecnico toscano. Il movimentoè chiamato ad attuare un’approfondita riflessione sullo stravolgimento di un calendario troppo fitto. Sull’argomento, Maurizio Sarri ha ribadito la sua contrarietà all’attuale sistema, con le gare di campionato, coppe europee e impegni con le Nazionali vissute a stretto giro:
Ne parlo da cinque anni, eppure mi accusano di cercare alibi e basta. In questo momento ne parlano tutti. Ormai ci si allena solo video. Al massimo un giocatore dovrebbe giocare 50 partite all’anno. Si potrebbe almeno cominciare dalle piccole cose, tipo rinunciare alle tournée estive e riportare la Coppa Italia ad agosto anche per le grandi, facendole giocare sui campi delle squadre di Serie C, che così farebbero incassi per campare tutto l’anno.
Maurizio Sarri a La Repubblica
Sarri: “De Zerbi il mio erede. Sul derby di Roma…”
Il “Sarrismo” ha decisamente rivoluzionato il modo di intendere il calcio in Italia. La grande bellezza, palesata soprattutto nel triennio alla guida del Napoli, lo ha proiettato nel gotha degli allenatori più rappresentativi del movimento sportivo italiano. La sua Lazio è chiamata a rincorrere la qualificazione alla prossima Champions League: questo l’obiettivo dichiarato dal presidente Claudio Lotito a inizio stagione. Il calendario pone di fronte a Immobile e compagni l’ostacolo Salernitana nel prossimo weekend. I biancocelesti devono archiviare il derby con la Roma, pareggiato a reti bianche lo scorso 12 novembre. Sul clima che si respira in città alla vigilia della sfida con i giallorossi, Sarri ha aggiunto:
Il derby romano mi trita: da fuori ti sembra un’esagerazione, ma quando lo vivi è micidiale, anche il magazziniere e i cuochi entrano in quel clima. Ti rovina la vita ma è bellissimo. Mio erede? De Zerbi. Non l’ho mai allenato, ma ci sentiamo spesso. Tra i miei ex giocatori punto su Maccarone.
Maurizio Sarri a La Repubblica