Le applicazioni collegate allo streaming video costano molto. Per cercare di ridurne il costo è stata quindi lanciata una blockchain, Livepeer, la quale si propone di ridurli in maniera esponenziale in modo da renderli più accessibili agli interessati.
Per riuscire nell’intento, le attività di transcodifica sono delegate a coloro che accettano di mettere a disposizione della rete la capacità di elaborazione dei propri computer. Chi lo fa ne ha un ritorno dal punto di vista economico, venendo ricompensato in base alla capacità di elaborazione apportata alla rete.
Livepeer: di cosa si tratta
Livepeer è balzato agli onori delle cronache nel 2021, quando Greyscale ha affermato la sua intenzione di procedere alla creazione di nuovi trust dedicati alle criptovalute. Tra quelle elencate, accanto a progetti già noti come Filecoin e Chainlink, ha destato un certo clamore proprio il nome di Livepeer.
Un clamore che si è subito tradotto in un deciso rafforzamento del suo valore di mercato. Secondo alcuni dati circolati in quell’occasione, nei giorni successivi all’annuncio di Greyscale la quotazione del suo token nativo, LPT, sarebbe cresciuto nell’ordine del 450%.
Di cosa si tratta? Livepeer è un servizio decentralizzato open source costruito sulla Ethereum Virtual Machine (EVM) con un preciso obiettivo: contribuire a ridurre lo sforzo finanziario collegato alla costruzione di una infrastruttura in grado di agevolare le app video trasmesse in diretta streaming oppure on demand.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, non siamo di fronte ad un concorrente decentralizzato di YouTube o Twitch, bensì di una piattaforma rivolta agli sviluppatori di contenuti video. Per agevolarli, infatti, provvede a suddividere lo sforzo necessario per la transcodifica dei video, ovvero il loro passaggio da un formato all’altro, tra i dispositivi che sono collegati alla rete, apportando la necessaria potenza di calcolo.
Procedendo in tal modo, almeno secondo i proponimenti dell’azienda, sarebbe possibile ridurre lo sforzo finanziario necessario in maniera esponenziale.
Come funziona Livepeer
Il funzionamento di Livepeer è reso possibile da coloro che collegano i propri computer alla sua rete, definiti “video miners”. Sono loro che rendono possibile assolvere alle esigenze collegate alla transcodifica, con le risorse computazionali di cui dispongono, ricevendo una commissione di transazione sotto forma di Bitcoin.
Chi possiede LPT, inoltre, può collegarsi ad un video miner per cercare di assumere la veste di delegatore. Anche in questo caso alla funzione è associato il versamento di ricompense sotto forma di commissioni e incentivi, anche se non si partecipa ai processi di transcodifica.
Occorre poi sottolineare che gli utenti di Livepeer, possono minare non solo al suo interno, ma anche sulla blockchain di Filecoin. A renderlo possibile l’istituzione nel mese di marzo del 2021 di un programma apposito, che ha allargato il ventaglio di possibilità di guadagno a loro beneficio.
Le prospettive di Livepeer
Livepeer si muove in un territorio, quello collegato ai servizi per lo streaming video, che è già presidiato da Theta. Deve quindi tenerne in conto la concorrenza, soprattutto in considerazione del fatto che anche questo progetto vanta livelli di innovazione importanti.
Al tempo stesso gli analisti fanno notare che l’avanzata del Web3 rende sempre più importante la presenza di servizi ad esso collegati. Una necessità che sembra aprire spazi e prospettive per molti attori intenzionati a frequentarlo.
Livepeer sembra comunque avere le carte in regola per farlo in maniera autorevole. A testimoniarlo è proprio la decisione di Greyscale e l’istituzione del Livepeer Trust, interpretato da molti osservatori alla stregua non solo di un autorevole avallo, ma anche di una una vera e propria scommessa sui destini futuri dell’azienda.
Al momento, LPT si trova al 169° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato. Una posizione che, però, non sembra rendere giustizia alle potenzialità che ha espresso il suo piano di sviluppo sin dall’inizio.