Il Signal for help è un gesto convenzionale a livello internazionale per segnalare un imminente pericolo e chiedere aiuto in caso violenza domestica o più in generale di aggressioni contro le donne. Un segnale importante che dovrebbe essere insegnato a tutti perchè può salvare una vittima dal rischio abusi o anche una vita. Vediamo qual è la sua origine come funziona e come riconoscerlo.
Il gesto antiviolenza contro le donne
Il gesto convenzionale per segnalare una violenza contro le donne, un abuso o un imminente pericolo di stupro è nato durante gli anni della pandemia, quando moltissime persone sono state costrette a rimanere in casa, e purtroppo è aumentato anche il numero delle aggressioni domestiche da parte dei partner o coniugi nei confronti delle conviventi.
Per questo l’associazione Canadian women’s foundation ha lanciato un’iniziativa di tutela, inventando un modo per chiedere aiuto senza dover parlare. Si tratta di un semplice gesto che può essere fatto usando le dita della mano per comunicare con amici, familiari o estranei, non solo dal vivo ma anche inviando una foto da telefono o durante una videochiamata, così da permettere un tempestivo intervento.
Come si fa il signal for help
Il signal for help per chiedere aiuto in caso di violenza domestica o pericolo è molto simile ad un saluto. Può essere fatto con una sola mano mostrando il palmo con il pollice prima piegato all’interno e successivamente chiudendo le altre dita sopra al pollice. Un segnale molto semplice che può essere mostrato anche nei confronti di sconosciuti nel caso ci si trovi in uno spazio aperto. E può salvare una donna da una situazione di rischio imminente.
Come è infatti accaduto proprio recentemente alla ragazza che è riuscita ad evitare uno stupro facendo il gesto antiviolenza ad una cameriera di un fast food a Milano, che ha prontamente chiamato la polizia. Ecco perchè il segnale di aiuto è di enorme importanza, specialmente nel permettere ad altre persone di avvicinarsi alla vittima per far scappare un malintenzionato o di richiedere l’intervento dei soccorsi e delle forze dell’ordine.
Cosa fare se si riconosce il segnale antiviolenza
In caso si osservi qualcuno che richiama la nostra attenzione facendo il gesto antiviolenza, la prima cosa da fare è capire il contesto in cui ci si trova e poi agire di conseguenza. Ci sono infatti situazioni nelle quali è più opportuno fare intervenire le autorità, altre invece nelle quali si può avvicinare la persona che ha chiesto aiuto quando questa azione si può fare in sicurezza.
Quindi, valutare non solo le condizioni del momento ma anche il tipo di relazione che si ha con la vittima. Mai però agire di propria iniziativa e d’impulso, è meglio rivolgersi ai centri antiviolenza o chiamare direttamente le forze dell’ordine che in queste situazioni hanno più competenza ed esperienza d’intervento.
Violenza contro le donne: i modi per chiedere aiuto
Il numero dei femminicidi è in costante aumento sia in Europa che in Italia, molti episodi si consumano proprio all’interno delle mura domestiche o sono violenze procurate da ex partner. Le donne abusate spesso sono isolate e non hanno coraggio di chiedere aiuto per paura.
Riconoscere i segnali è quindi importante, anche per offrire ascolto. Oggi non esistono solo gesti manuali per avvertire, ma anche altri messaggi in codice che hanno dimostrato l’efficacia nel salvare persone da situazioni di grave pericolo. L’altra soluzione infatti consiste in un metodo che ha già aiutato migliaia di donne negli Stati Uniti e che può essere usato anche in Italia.
Consiste nel chiamare il numero di emergenza 112 e dire che si vuole ordinare una pizza. Alla risposta affermativa della situazione di difficoltà o di pericolo partirà immediatamente una volante in aiuto. L’altro numero unico per chiamate anche in forma anonima in caso di violenza contro le donne è quello unico del Ministero 1522 che permette anche di denunciare casi di stalking. Offre consulenza, ascolto e consigli sulle strutture a cui rivolgersi, il servizio è disponibile 24 ore su 24 ed offerto con operatori multilingue.