“I nostri campioni devono essere modelli virtuosi in tutti i momenti della nostra vita quotidiana” ha dichiarato Buonfiglio, intervistato da Tag24 dopo l’assegnazione del Collare d’Oro

Ieri, il CONI ha annunciato i vincitori del Collare d’Oro 2023: tra questi Luciano Buonfiglio, Presidente Federazione Italiana Canoa Kayak subito intervistato da Tag24

Nella giornata di ieri, il CONI, a seguito della riunione della Giunta Nazionale, tra i tanti argomenti toccati, ha annunciato anche i vincitori del Collare d’Oro 2023. Tra i vari dirigenti premiati c’è anche un volto storico non solo della canoa ma di tutto lo sport azzurro: Luciano Buonfiglio, Presidente Federazione Italiana Canoa Kayak. Raggiunto subito per un’intervista, Buonfiglio si è soffermato sul premio appena ricevuto e su tanti argomenti riguardanti non solo il mondo dello sport.

Presidente, iniziamo subito dai primi pensieri, le emozioni, nati appena ha saputo dell’assegnazione del Collare d’Oro 2023

E’ una gratificazione personale, ma inoltre è un premio soprattutto per il mondo che rappresento. Sei credibile quando tutto il mondo che rappresenti è diventato credibile. Io ho avuto la fortuna di iniziare a fare sport a 10 anni con il circolo Posillipo, poi mi si sono trasferito a Milano e ho fatto canoa fino alle Olimpiadi. La mia passione non l’ho mai mollata, fino ad arrivare ad essere Presidente della Federazione e vice presidente della Federazione mondiale. Sono stato vice presidente del Coni, e sono attualmente in giunta: quindi il complimento più bello me l’ha fatto mio figlio. Mi ha detto: “Ti hanno dato anche il collare, ma difficilmente immagino qualcuno che possa metterli il guinzaglio.” Il complimento sintetizza il mio carattere: ancora oggi non mi fermo e vado a cercare iniziative, sfide, progetti e chi sta affianco ha tempo per divertirsi.

Questo premio è per me un impegno, specialmente in questi ultimi tempi, dove il mestiere del Presidente delle federazioni si sta evolvendo. Non ci occupiamo solamente di andare a vincere le medaglie, ma ci stiamo occupando sempre di più – ed io lo condivido in pieno – di problematiche sociali. Mi fa piacere che il Ministero dello Sport e della Salute abbiano individuato le federazioni come lo strumento per realizzare progetti contro il bullismo. Stiamo vivendo un momento di crisi dell’educazione e quindi credo che lo sport debba assumersi in pieno la responsabilità di far sì che i nostri modelli siano modelli virtuosi. I nostri campioni, le nostre campionesse devono essere modelli virtuosi non solamente in barca, ma in tutti i momenti della nostra vita quotidiana.

Che significati da alla vittoria di un premio così prestigioso nell’ambito sportivo al giorno d’oggi?

Oggi un dirigente sportivo, un tecnico, non può permettersi di essere banale, superficiale, poco competente: deve essere un portatore sano di valori. Noi abbiamo bisogno che intorno a noi si crei sempre più valore, perché stiamo attraversando un periodo di cambiamento. E non sto dicendo cambiamenti in peggio o in meglio, sto dicendo un cambiamento, quando vivi un grande momento di cambiamento devi avere la capacità di intuire il cambiamento, metterti con tutte le tue energie a disposizione del cambiamento per ottenere il risultato. Senza né destra né sinistra, perché qui ne va nel futuro dei nostri nipoti.

Luciano Buonfiglio, Presidente Federazione Italiana Canoa Kayak subito intervistato da Tag24: “Siamo dei privilegiati perché siamo cresciuti in un mondo che ci ha consentito di valorizzare i nostri talenti”

Concretamente, ha degli atleti che rappresentano questi valori che ha appena presentato?

Me ne vengono in mente tanti. Siamo dei privilegiati perché siamo cresciuti in un mondo che ci ha consentito di valorizzare i nostri talenti, ma al tempo stesso viviamo in un mondo che non si confronta con le difficoltà attuali. Non possiamo permetterci di essere assenti nei riguardi delle categorie fragili, verso la scuola, verso le istituzioni. Quando prima ho detto nè di destra e né di sinistra  è perchè veramente lo sport è al di sopra dei partiti, con l’intento di rendere merito ai valori. Poi non voglio cascare nel nazionalismo, ma siamo tutti bravi a cantare l’Inno d’Italia quando gioca la nazionale di calcio: dovremmo farlo tutti i giorni. Fare quotidianamente quello in cui crediamo, far bene alla nostra nazione vuol dire far bene per la nostra famiglia, vuol dire far bene per la nostra Comunità.

La mia fortuna è avere intorno a me delle persone con cui sono riuscito a trasferire questa passione, questo entusiasmo, la ricerca di competenza.

Qual è il suo pensiero su due questione che alimentano il dibattito quasi quotidianemente, ovvero la pista da bob per Milano – Cortina e i Giochi del Mediterraneo?

Condivido in pieno quello che ha detto il Presidente Malagò. Nessuno più di lui può rispondere del cammino fatto e di quello che ci aspetta ancora da fare. Ma oltre le questioni Milano – Cortina o i Giochi Del Mediterraneo, l’amaro in bocca è per le Olimpiadi di Roma. Avevamo tutte le carte in regola per avere le Olimpiadi e purtroppo non le abbiamo ottenute facendoci mai del male da soli. Le Olimpiadi, come tutti i grandi eventi, avrebbero contribuito sicuramente a migliorare non solamente l’impiantistica sportiva che a Roma è già ampiamente qualificata, ma anche la città. Quindi questo è uno dei rammarichi più grandi dell’amarezza più grande che abbia mai. Parigi viveva un momento drammatico di terrorismo e anche oggi la stabilità politica a Parigi non è granché, quindi sicuramente avremmo fatto nel più belle Olimpiadi di sempre.

Tornando brevemente al premio recentemente assegnatole: per lei questo momento le crea più stimoli per vedere quello che ha fatto o per oensare a quello che farà?

Non ho nessuna esitazione a dirlo, per me è un punto di partenza. Abbiamo lavorato tanto ma c’è ancora tanto da fare. La prima cosa sono i Mondali 2025 a Milani, la Coppa del Mondo a Ivrea. Dobbiamo poi strutturarci meglio per la diffusione all’interno delle nostre società sportive, di strutture tecniche qualificate, condividendo sempre il tutto con il consiglio federale, con i presidenti delle società e la segreteria. Condividere con gli altri è la forza che mi ha sempre portato avanti.

Chiudiamo questa chiacchierata parlando brevemente dello sport in generale: per cosa fa il tifo lei, da spettatore?

Mi auguro che tutte le nostre nazionali a squadre ritornino sul podio, compresa la nazionale di rugby. Abbiamo bisogno che i nostri sport di squadra primeggino. Quando vince una squadra si crea sempre più entusiasmo!