La sosta per gli impegni delle Nazionali è stata archiviata e adesso tornerà a parlare il campo. Immobile questa volta è rimasto a casa vista la mancata convocazione di Spalletti, ma ha sfruttato il tempo per rimettersi in forma. Vuole tornare al massimo ed è certo di poterlo fare già dal prossimo tour de force biancoceleste. Nel frattempo, mentre mette nel mirino i suoi prossimi obiettivi e continua ad allenarsi per ritrovare la forma perfetta, il capitano della Lazio, Immobile, ha ripercorso la sua carriera, raccontandosi a cuore aperto ai microfoni ufficiali del club. Ecco le sue parole.
Lazio, Sarri, gol e Champions League: Immobile si racconta
Non sta vivendo di certo la sua stagione migliore, ma non ha nessuna intenzione di perdersi d’animo Ciro Immobile. Il suo obiettivo è quello di tornare centrale, per la Lazio prima e per la Nazionale poi e per farlo dovrà tornare sui suoi livelli in campo. La sua condizione fisica, il nervosismo per qualche critica di troppo e poi gli infortuni e il recupero più lento del previsto. Sono stati tanti i fattori che hanno influito e che non gli hanno consentito di allenarsi con continuità sin dall’inizio della stagione, ma ora sta tornando e non ha intenzione di fermarsi più.
Nel corso della sosta, dopo aver archiviato la delusione per la mancata convocazione e dopo essersi chiarito con Spalletti, ha ricaricato le batterie e ora nel mirino ha già i prossimi impegni: Salernitana prima e Celtic poi. In esclusiva ai canali ufficiali del club e in particolare a Lazio Style Radio, il capitano biancoceleste ha rilasciato una lunga intervista in cui si è aperto a 360 gradi. Ha ripercorso le fasi salienti della sua carriera, ha raccontato aneddoti curiosi che lo hanno riguardato, nel lungo percorso da calciatore professionista e poi si è concentrato sulla Lazio, sul rapporto con mister Sarri e sui suoi obiettivi, di squadra e personali. Inevitabile partire dal gol realizzato contro il Feyenoord in Champions League, il numero 200 del suo percorso in biancoceleste, che non è altro che il primo segnale della sua rinascita.
“I 200 gol sono un traguardo molto importante. I miei gol sono stati tutti belli e importanti. Questo ancor di più perché era il duecentesimo. Mi ha fatto piacere festeggiarlo insieme al mister e a tutto lo staff. Sono davvero orgoglioso di questo traguardo. Esteticamente il gol più bello è stato quello di Cagliari. Di brutti ce ne sono stati tanti, forse tra i più brutti qualche palla che mi è rimbalzata addosso. Cosa ho in comune con la Lazio? ll fatto di non arrendersi mai e la voglia di raggiungere sempre gli obiettivi, anche nei momenti più difficili”.
Il momento migliore della sua carriera e l’amore per la Lazio
Approdato alla Lazio nel 2016, Immobile aveva già vissuto in carriera momenti altissimi ma anche grandi delusioni. Con il Pescara si era fatto conoscere, con il Torino si era consacrato, ma poi aveva mancato l’appuntamento con il calcio dei top club e per questo era alla ricerca di una nuova chance con cui rilanciarsi. Roma lo ha accolto a braccia aperte e lui in biancoceleste ha trovato casa. Il suo habitat perfetto: una società pronta a fare muro intorno a lui; un allenatore che gli ha fatto sentire tutta la sua fiducia; un popolo innamorato per cui è diventato presto un idolo. Non aveva mai messo le tende da nessuna parte Ciro, sempre alla ricerca di nuove avventure, ma con la Lazio è stato tutto diverso sin dall’inizio. Si è sbloccato subito ed ha ricominciato a fare la cosa che gli riesce meglio: segnare.
“La versione migliore di Immobile? Quella del 17-18 e quello della Scarpa d’Oro, sono tutti e due forti. Riuscivo a sfruttare al meglio le occasioni nell’area avversaria. Ero una macchina infallibile. Mi è piaciuta anche la prima stagione sotto la guida di Sarri, quella dei 27 gol in campionato. Sono riuscito a dare il massimo sia con Sarri che con Inzaghi. Il mio ruolo? Con Romagnoli ho fatto un bel lavoro. Abbiamo parlato molto, volevo convincerlo a venire alla Lazio. Con la società ci siamo confrontati spesso. Ho molti amici nel calcio, ho sempre cercato di avere buoni rapporti con tutti. Luis Alberto? E’ stato eccezionale nel lavoro che ha fatto per riprendere sè stesso e la Lazio. All’inizio ha fatto fatica, ma poi, con lavoro e sacrificio, è venuto fuori. In allenamento si era capito subito che fosse gran calciatore”.
Il passato e il futuro
Poi Immobile ha fatto un passo indietro, ricordando le magiche stagioni vissute con il Pescara di Zeman e paragonando il boemo a Sarri e Inzaghi, allenatori che lo hanno aiutato a consacrarsi con la Lazio. nel corso dell’intervista però ha svelato anche qualche curiosità rispetto agli avversari incontrati in carriera.
“Il difensore peggiore per me è stato Chiellini. Oltre alle qualità da difensore è uno che non molla mai. Molte volte noi attaccanti aspettiamo momenti di defaillance del difensore, con Chiellini questo era veramente complicato”.
Immancabile infine una panoramica sul futuro. Immobile si sente ancora giovane, sta tornando al massimo della forma e sa di poter dare ancora tanto alla Lazio e più in generale a questo sport. Il ruolo dell’attaccante è particolare. L’unica cosa che i tifosi ti chiedono, è quella di fare gol e quando non ci riesci, la strada diventa in salita. Ma in prospettiva, esiste già un nuovo Immobile?
“Non è tanto per le caratteristiche, quello che conta in questo sport è la continuità. È la continuità che ti permette di migliorarti e raggiungere altri record. Tutti possono fare 20 gol in un campionato. Ma farne in cinque campionati è complicato. A livello di caratteristiche fisiche ce ne sono tanti bravi. Tra 20 anni, se una volta chiuso col calcio avrò raggiunto i miei obiettivi, sarò felice. Se dovessi parlare col Ciro bambino gli direi di continuare a fare quello che sta facendo. Alla Lazio augurerei di continuare a crescere, in questi anni ho visto dei miglioramenti pazzeschi. È una squadra che può raggiungere obiettivi importanti nel breve periodo e affermarsi come una squadra di livello mondiale”.