Anche Solar si propone di fungere da strumento per pagamenti decentralizzati online. Una categoria che vanta già molti contendenti e in cui è di conseguenza difficile emergere.

Per farlo, Solar propone una serie di caratteristiche tecnologiche notevoli, con un particolare richiamo alla comunità, che cerca di coinvolgere al massimo nella gestione della blockchain.

Proprio queste peculiarità hanno consentito al progetto di destare un certo interesse, che potrebbe lievitare nell’immediato futuro, ove i primi segnali di una schiarita dovessero spazzare via definitivamente il crypto winter in atto ormai da un paio d’anni.

Solar: di cosa si tratta

Solar (SXP) è una blockchain di livello 1 open source, che si propone di fungere da sistema di pagamenti peer-to-peer decentralizzati. Il progetto è nato a seguito di un fork intervenuto all’interno della blockchain di Ark.

Il meccanismo di consenso adottato è il Delegated Proof-of-Stake, che si fonda sulla reputazione e non sul semplice deposito in staking di token. I produttori di blocchi, i delegati, conservano in sicurezza la rete mediante un sistema di voto fondato sul token nativo SXP.

A decidere lo sviluppo del progetto è una Decentralized Autonomous Organization (DAO), una scelta che consente di riunire una comunità coesa e fedele. Ne consegue un ecosistema caratterizzato da un maggior livello di democrazia interna, riuscendo comunque a preservare la necessaria sicurezza. Un ecosistema perfezionato di recente e che è andato a sostituire quello precedente, chiamato Swipe.

La mainnet di Solar è stata lanciata il 28 marzo del 2022, dopo una lunga serie di test durati mesi. la nuova rete ha implementato il Solar Side Ledger Protocol, grazie al quale gli utenti sono in grado di creare gli equivalenti Solar di token ERC-20 e NFT.

Come funziona Solar

Il funzionamento di Solar si fonda sulla presenza di un meccanismo di consenso Delegated Proof-of-Stake (DPoS) denominato Solar Core. In questo caso, la scelta dei nodi avviene sulla base della reputazione dei candidati e non sulla quantità di token messi in staking.

La soluzione che ne consegue mira a conseguire velocità, modularità, sostenibilità ed efficienza, in un ottica di completa decentralizzazione. Il vero punto di differenziazione con Ark, da cui discende, è però l’utilizzo delle firme Schnorr, da cui discende un forte miglioramento della riservatezza a favore degli utenti.

Il modello di consenso creato vede la presenza di 53 nodi, i delegati, cui è affidato il compito di proteggere e mantenere in efficienza la blockchain. Mentre la produzione dei blocchi avviene in round formati da 53 di essi, uno per ogni nodo.

Per inviare un blocco bastano otto secondi, tali da conferire a Solar una velocità superiore a quella di Bitcoin, ma meno rispetto a Solana. Ogni blocco prodotto prevede una ricompensa di 530 SXP, da ripartire tra i nodi in base alla loro posizione. la quantità minima spettante ad ogni nodo, per singolo round è di 6,75 SXP se si trova nella posizione 1, di 13,25 nella posizione 53.

Per quanto concerne la tokenomics, non è prevista un’offerta massima e al momento sono stati emessi oltre 550 milioni di esemplari. La mancata indicazione dell’offerta massima viene però controbilanciata da strumenti che mirano a frenare la crescita delle risorse in circolazione.

Le prospettive per il futuro

Fondata nel 2018 da Joselito Lizarondo e Nayiem Willems, Solar si propone come una soluzione su blockchain scalabile e sostenibile. Prevede inoltre processi di autogoverno tesi ad esaltare la partecipazione e, di conseguenza la democrazia interna.

Al momento si trova al 166° posto nella classifica di settore, ma occorre sottolineare che il piano iniziale di sviluppo è stato rimaneggiato, mentre quello successivo ha dovuto affrontare un periodo molto negativo del mercato. Le potenzialità per una crescita sembrano esserci, ma molto dipenderà dalla capacità di farsi notare in un panorama affollatissimo.