Novità in arrivo sulla norma che, nella bozza della legge di Bilancio del prossimo anno, prevede i tagli alle pensioni Pa a partire dal 2024: i medici e gli infermieri andrebbero incontro all’esenzione totale della stretta che riguarderebbe, tuttavia, ancora i maestri, gli ufficiali giudiziari e i dipendenti degli enti locali. Sono due le ipotesi sulle quali il governo guidato da Giorgia Meloni sta lavorando sul taglio delle pensioni dei dipendenti pubblici.

La prima prevede un rinvio della norma di due anni, anche perché i risparmi assicurati dall’articolo 33 della bozza di Manovra assicurerebbero riduzioni di spesa risicati, quantificabili in poco più di una decina di milioni di euro all’anno.

La seconda ipotesi è quella di applicare la penalizzazione a chi esca dal lavoro con la pensione anticipata dei soli contributi (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Limitatamente ai lavoratori della sanità, il governo potrebbe procedere con l’esenzione totale dei tagli di pensione. 

Tagli pensioni PA 2024, medici e infermieri verso l’esenzione totale della stratta, retribuzioni a maestri, ufficiali giudiziari ed enti locali 

Sale l’ipotesi rendere meno impattante l’articolo 33 della bozza della legge di Bilancio 2024, la norma che prevede tagli dell’assegno di pensione a partire dal 2024 per i dipendenti statali. A essere attenzioni sono i lavoratori della sanità, i dipendenti degli enti locali, i docenti delle scuole materne ed elementari e gli ufficiali giudiziari.

In tutto, 732mila dipendenti statali in uscita dal lavoro nei prossimi anni che dovrebbero scontare una penalizzazione calcolata sulla quota dei contributi versati nel periodo retributivo, dal 1981 al 1995. Si tratta delle anzianità contributive inferiori a 15 anni rispetto alla data di termine del sistema previdenziale “misto” (il 31 dicembre 1995) che si vedrebbero aumentare l’aliquota di rendimento sulla quota retributiva dell’assegno di pensione con conseguente decurtazione del mensile. 

Tagli pensioni PA 2024, chi rischia di avere un assegno ridotto nel prossimo anno? 

Interessati al taglio delle pensioni sono i lavoratori che versano alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cos), alla Cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug) e alla Cassa per le pensi degli insegnanti di asilo e delle scuole elementari parificate (Cpi). 

Medici e infermieri forse esclusi dalla decurtazione della pensione 

Per tutti i lavoratori interessati, ad eccezione dei medici e degli infermieri della sanità pubblica, il governo starebbe arrivando alla conclusione di applicare i tagli nel 2024 ai soli dipendenti che escano dal lavoro con il meccanismo della pensione anticipata. Per uscite con la pensione con la vecchiaia dei 67 anni e almeno 20 anni di contributi, il ricalcolo non ci sarebbe. Resta da capire per quanti anni verrebbe applicata la deroga all’articolo 33. 

Pensione ridotta, ecco quali sono le cifre 

I dipendenti della sanità, che si sono già organizzati con lo sciopero proclamato per il prossimo 5 dicembre, uscirebbero del tutto dalle manovre al ribasso dell’articolo 33 della legge di Bilancio 2024. Applicando in maniera integrale l’articolo, con i tagli previsti dalla Manovra, i risparmi nei conti pubblici si quantificherebbero in 11,5 milioni di euro nel 2024, 463 milioni nel 2030, 1,1 miliardi di euro nel 2034 e oltre 2 miliardi di euro nel 2042.

Nel 2024, tra tutte le categorie dei dipendenti del pubblico impiego (compresi i medici e gli infermieri) che dovrebbero andare in pensione, il numero di uscite è stimato in 31.500. Per buona parte di questi, si prospetta dunque il ricalcolo degli assegni, riducendo il peso della parte retributiva sull’assegno.