Nella storia dello sport e soprattutto del tennis italiano ci sarà sempre posto per Corrado Barazzutti. Campione tenace e testardo, ma anche umile e affidabile. Primo e unico italiano a raggiungere le semifinali degli Us Open, campione in singolare per sette volte consecutive, è stato uno dei membri della squadra straordinaria che vinse la Coppa Davis, nella finale di Santiago del Cile del 1976. Poi la carriera da allenatore e il ruolo di capitano dell’Italia nella massima competizione mondiale a squadre nazionali del tennis maschile dal 2001 al 2020. Per commentare la prossima edizione della Coppa Davis, al via domani, Barazzutti è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Coppa Davis, Barazzutti a Tag24
Il tennis italiano si gode il momento e per i più appassionati non c’è tempo di fermarsi. Le ATP Finals di Torino hanno chiuso i battenti da pochi giorni, ma è già ora di pensare al prossimo torneo. La Coppa Davis ha aperto i battenti martedì e l’Italia si prepara all’esordio di domani contro l’Olanda. Gli azzurri si presentano in forma. Le ultime prestazioni di Sinner e la finale di Torino, persa poi con Djokovic, ha acceso ancora di più i riflettori su questo sport e adesso c’è curiosità anche per il doppio. Il capitano, Volandri, è sicuro di aver fatto del suo meglio e adesso spera di raccogliere i frutti del suo lavoro. Per commentare la Coppa Davis, Barazzutti, che è stato un grande campione e un grande allenatore, oltre che ex capitano dell’Italia, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Grande crescita del movimento negli ultimi anni. ci aspetta un futuro roseo?
“Direi di sì, ma il movimento gode di buona saluta ormai da tempo. È chiaro che i risultati di Sinner esaltano il grande pubblico, ma tutto è partito dalle nostre ragazze che hanno vinto tanto. Risultati straordinari, da Parigi a Flushing Meadows e ancora nel doppio Sara Errani e Roberta Vinci e tutti i successi nel Grande Slam. Da allora il tennis italiano è andato sempre in crescendo, prima le ragazze e ora i ragazzi. Fognini per tantissimo tempo è stato protagonista, uno dei migliori italiani al mondo. Ricordiamoci che ha vinto Montecarlo, Masters 1000 e insieme a Bolelli gli Austalian Open. C’è stato Seppi, tra i primi 20 del mondo. Poi è arrivato Berrettini e da lì Sonego, Musetti e Sinner. Quest’ultimo è quello che sta vincendo di più e può diventare il numero 1 al mondo. Insomma è un percorso partito da circa 15 anni”.
Quasi una staffetta quindi, tra femminile e maschile?
“Per adesso il tennis femminile ha una vittoria in uno Slam a Parigi, in uno Slam a Us Open, senza considerare la finale della Vinci e quella della Schiavone così come della Errani. È chiaro che il maschile è più attraente, ma è stato il femminile a dare l’input che poi ha portato a una grande accelerazione. È stata la spinta principale, quella più importante, a far ripartire il tennis italiano”.
Ha già detto che Sinner può diventare numero 1, ma facciamo un passo indietro alla finale di domenica scorsa. Si aspettava una prestazione diversa contro Djokovic?
È stato un torneo straordinario per Jannik, davanti al suo pubblico ha dimostrato quanto è forte e quanto può giocare bene. Ha fatto una cosa pazzesca per il movimento italiano e per gli appassionati di sport. Ha generato entusiasmo sia in chi era lì che in chi lo ha seguito da casa. Sinner ha disputato quattro partite eccezionali, di cui una forse inutile e non ha giocato bene la finale. Non so le ragioni, ma posso immaginare fosse stanco e scarico, e non è stato competitivo come era stato il primo giorno con Djokovic. Novak è arrivato con più energie e più motivato e quelle di Jannik non sono bastate. Ha giocato un tennis meno incisivo, che faceva meno male e ha sbagliato tanto. Nonostante nel secondo set Djokovic qualche chance gliel’ha concessa per tornare in partita. Lui però non è stato lo stesso visto durante tutta la settimana”.
La sconfitta quindi è dipesa dalla stanchezza?
“È arrivato in finale scarico di energie mentali e fisiche. Purtroppo questo tipo di torneo lo ha penalizzato. Con la vittoria di Rune, che lui ha giocato fino alla fine, giustamente, ha riportato in gara Djokovic. Aveva perso ed era meglio se non fosse rientrato. Questo non è stato d’aiuto per la vittoria del Masters”.
Intanto siamo in vigilia di Coppa Davis, cosa dobbiamo aspettarci?
“Questa è una squadra attrezzata per vincere il torneo, soprattutto con i singolari. L’unica cosa che non ho capito è sul doppio. Non so quale sarà la coppia, ma a prescindere da questo sarà improvvisata e questo ci potrebbe mettere a grandissimo rischio. Siamo attrezzati, fino a un certo punto. Mi auguro che Sinner recuperi energie. Con chi giocherà forse sarà deciso all’ultimo, ma non saranno collaudati”.
Questo perché?
“Dovreste chiederlo a Volandri, è lui il capitano. Evidentemente pensa che il doppio non serva, ma è davvero misterioso”.
Cosa si può fare per migliorare ancora il movimento?
“Lasciamo che le cose vadano avanti così. Jannik può diventare il numero 1 e dietro abbiamo tanti giovani di talento. Musetti ha appena un anno meno di Sinner ed è già tra i primi 30 e sono sicuro possa crescere ancora tanto. Berrettini mi auguro possa riprendersi perché è lì’ ed è uno dei più forti. Poi c’è Sonego che è un grandissimo giocatore e tanti altri ragazzi che stanno maturando. Speriamo che proceda così e che il maschile possa aiutare il femminile a crescere e diventare ancora più forte”.