La corte giudiziaria tedesca ha dato il via libera all’estradizione di Filippo Turetta, il giovane ventiduenne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, seguito dalla fuga in auto. La sua presenza in Italia è prevista nei prossimi giorni. Nel frattempo, gli inquirenti stanno concentrando i loro sforzi nella ricostruzione degli ultimi momenti di vita della ragazza: dall’istante in cui lui si presenta a casa sua per poi dirigersi al centro commerciale, fino al ritrovamento del suo corpo senza vita. Inizialmente, i due erano usciti insieme come amici e lei gli aveva offerto la cena. Emergono ora nuove informazioni: secondo quanto riportato da Ivan Grozny Compasso su PadovaOggi, sembrerebbe esserci un secondo testimone dell’aggressione feroce.

Giulia Cecchettin, spunta un nuovo testimone

PadovaOggi riporta la presenza di un ulteriore testimone dell’aggressione subita da Giulia Cecchettin. Il primo, come già accennato, è un vicino dei Cecchettin, il quale ha udito le grida e ha prontamente allertato i carabinieri, ma al loro arrivo i due ragazzi erano già andati via.

Il secondo testimone sarebbe un guardiano dell’impianto Dior a Fossò, incaricato della sorveglianza notturna presso la postazione di sicurezza. Quest’uomo avrebbe assistito alla scena dall’interno della guardiola. È già stato interrogato dai carabinieri e ha raccontato di aver sentito Giulia chiedere aiuto.

L’avvistamento di Filippo Turetta in montagna

Una nuova testimonianza si aggiunge alla ricostruzione: un uomo avrebbe notato Turetta a bordo di un’auto in montagna, quando Giulia era già deceduta. Thomas Colussa, un esploratore delle montagne, ha condiviso un video sui social in cui racconta di aver visto l’automobile di Turetta. Il filmato è stato registrato a San Pietro di Cadore e Colussa ha riferito di aver individuato un’auto parcheggiata in un luogo solitamente deserto, sopra il lago di Misurina.

Quest’area dista circa quindici minuti di strada dal distributore di benzina dove Turetta ha effettuato il rifornimento utilizzando banconote sporche del sangue di Giulia. Colussa afferma: “Abbiamo avuto Filippo Turetta a un metro da noi e non lo sapevamo”.