Euro 2024 era quel sogno che adesso è diventato realtà per l’Italia, che dopo aver staccato il pass per la competizione europea più importante, è in attesa di conoscere il suo destino sotto forma di girone. Spalletti è stato chiaro, ora comincia il vero lavoro, un concetto che viaggia parallelamente a quelle che potranno essere le avversarie degli Azzurri.

Tra big, squadre attrezzate e possibili sorprese, ecco che il piatto offre un ventaglio di possibilità dove il concetto è uno solo: vietato sottovalutare l’avversario. Ma oltre a questo, sapere chi avere di fronte porta anche a ragionare in determinati modi dal punto di vista di come affrontare la nazionale di turno.

Euro 2024, che girone sarà per l’Italia? Ecco le avversarie, con il rischio del girone di ferro

La speranza è una, non finire nel cosiddetto girone di ferro. Mancano sette mesi all’Europeo, ma Spalletti ha tanto lavoro da fare con l’Italia, e avere un girone abbordabile potrebbe dare una mano.

Ecco perchè il 2 dicembre, giorno del sorteggio, molte saranno le dita incrociate. L’Italia è in quarta fascia, questo vuol dire che il rischio è alto, tante le realtà pericolose così come quelle più abbordabili per i colori italiani. Non si sfugge dalla prima fascia, basta leggere i nomi: Germania, Portogallo, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra.

Inutile il discorso del “speriamo nella meno peggio”, qualsiasi nazionale possa capitare da questo gruppetto darà filo da torcere all’Italia, che rispetto alle sei citate parte nettamente indietro. Diverso quando si parla della seconda fascia, qui la situazione diventa più abbordabile.

Da evitare la Turchia di Vincenzo Montella, con l’aeroplanino che è riuscito a dare già un identità alla squadra, con Calhanoglu punto di riferimento in mezzo al campo e Ozcan accanto a lui. Qualità al potere, senza dimenticare quel Akturkoglu che sulla fascia sinistra fa la differenza a colpi di dinamismo.

Abbordabili Danimarca, Austria e Romania, attenzione invece all’Albania di Sylvinho, capace di dare alla squadra una nuova veste, dinamica e propositiva, come dimostrano le 4 vittorie, 3 pareggi e solo una sconfitta, tutto nel segno degli “albanesi d’Italia”, spina dorsale della Nazionale del ct brasiliano, e della riscoperta di Asani, emigrato in Corea del Sud ma decisivo con i suoi 3 gol in 8 partite.

Infine l’Ungheria di mister Marco Rossi. Ancora Europei, per la seconda volta consecutiva, e senza passare per gli spareggi. A conferma che il lavoro del ct piemontese vive di crescita costante, e che potrebbe essere una vera e propria mina vagante, ma che sulla carta non dovrebbe dare particolari problemi.

Una terza fascia enigmatica

Si arriva alla terza fascia. Paradossalmente potrebbe offrire più problemi questa che la seconda. Perchè se Scozia, Repubblica Ceca e Slovenia non dovrebbero rappresentare problemi, lo stesso non si può dire di Olanda e Croazia.

Da una parte gli Orange di mister Koeman che vuole tirare fuori quel talento promesso, e mai mantenuto, di una squadra che di talento ne ha da vendere. Da Gakpo a Xavi Simmons, passando per Weghorst e Blind, senza contare l’esercito di “italiani” con Rejinders, Schouten Koopmeiners, Dumfries e De Vrij che portano esperienza da vendere. Ma dovrà essere Koeman a trovare la formula giusta, questa la sua sfida più grande.

Per passare alla Croazia di quel Modric che di smettere non ne ha voglia. Dal Mondiale del 2018 ad oggi la squadra del ct Dalic sta lasciando il segno, forte di un gruppo dove non si punta tanto sulla qualità individuale quanto sul concetto di insieme, che ha permesso alla nazionale croata di crescere sotto l’aspetto del gioco e della convinzione.

La stessa della Slovacchia di Lobotka, Skriniar e di un altro ct italiano, quel Francesco Calzona che da Vibo Valentia è arrivato ora a vivere un sogno che mai si sarebbe aspettato. Un lavoro certosino che ha dato i suoi frutti, di certo non un avversario temibile, ma che sarebbe bello veder scrivere pagine emozionanti all’Europeo. Perchè sognare alla fine è la cosa più bella del mondo. Per tutti.