A novembre 2023, le temperature medie della superficie degli oceani si sono assestate sui 20,79 gradi: le più alte finora registrate secondo il programma di osservazione della Terra Copernicus di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea.
Ben 0,4 gradi sopra le medie del periodo, la temperatura citata fa riferimento alla zona compresa fra il 60esimo parallelo Sud e il 60esimo parallelo Nord.
Già lo scorso 17 novembre si era stabilito un altro record. La temperatura globale aveva superato di 2 gradi i livelli preindustriali, assestandosi sui 2,07 gradi sopra la media del periodo 1850-1900.
Temperature oceani a novembre, Copernicus ci aveva avvertiti: 2023 anno più caldo di sempre
Un quadro estremamente preoccupante anche per l’Italia: solo pochi giorni fa un’altra ondata di caldo anomalo ha investito il nostro Paese. In Sicilia, ad esempio, a metà novembre ci sono stati picchi di ben 30 gradi centigradi.
Si tratta, del resto, della prosecuzione di un trend: poco più di un mese fa, lo stesso programma Copernicus aveva sottolineato come il mese di settembre 2023 si fosse assestato come il più caldo di sempre. In generale, l’osservatorio europeo non ha mai avuto dubbi: quello in corso sarà l’anno più caldo di tutti i tempi.
Per il momento, però, in Italia questo primato resta ben saldo al 2022, come spiegato da Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio italiano Lamma-Cnr che si occupa di monitoraggio ambientale.
Fino ad ottobre, a livello globale, è stato l’anno più caldo di sempre e al momento la tendenza è già superiore al 2016, che detiene il primato. In Italia, però, l’anno più caldo registrato dal 1800 è ancora il 2022, che ha segnato +1.15 gradi celsius sopra la media contro gli attuali +1.05 gradi celsius del 2023.
Gozzini: “Siamo oltre tutti i valori registrati negli anni ’90 e 2000”
Per quanto riguarda le acque degli oceani, da aprile in poi la situazione è andata via via peggiorando.
Siamo ben oltre a tutti i valori registrati negli anni ’90 e 2000 che influenzano il tasso di umidità nell’atmosfera con i conseguenti eventi estremi registrati anche in Italia.
Nonostante, spiega Gozzini, gli effetti di El Niño abbiano “continuato a svilupparsi nel Pacifico equatoriale, ciò non basta a spiegare l’impennata delle temperature”.
Valori fuori scala si sono registrati anche nel Pacifico settentrionale, nell’Atlantico e nel Mar Mediterraneo.