La Banca Centrale Europea non si mostra troppo positiva riguardo l’immediato futuro dell’economia europea. Anzi, evidenzia come la recessione sia un rischio possibile e che l’impatto di alcune misure deve ancora materializzarsi.
“La recessione resta uno scenario possibile di fronte al deterioramento del già debole scenario economico, con consistenti rischi al ribasso. Il pieno impatto delle misure deve ancora materializzarsi e i mercati restano esposti a condizioni macro avverse e a sviluppi geopolitici che aggiungono incertezza.”
BCE: dati non incoraggianti dal PIL
Il mancato ottimismo dell’istituto di credito europeo arriva anche dalle prospettive riguardo al PIL. Dal terzo trimestre del 2023 la crescita dovrebbe essere vicina allo 0,7%, mentre potrebbe salire all’1% nel 2024. Evidenziando una riduzione netta rispetto alle precedenti previsioni.
Se gli Stati Uniti sono stati protagonisti di un nuovo boom economico, lo stesso non può valer per l’Europa e soprattutto per la Cina. Lo scenario della recessione resta perciò una delle possibilità sul tavolo e non va escluso a priori.
A pesare sono inoltre le incertezze, per quanto riguarda l’Europa, di un mancato accordo sul patto di stabilità. Si tratta di una misura cardine per il mercato europeo, sospeso in occasione della pandemia dovuta al Covid dal momento che gli stati avevano urgente bisogno di spesa.
Ora il reintegro sembra essere più complesso del previsto e i negoziati a rilento hanno un impatto sullo spread.
“I negoziati sul Patto di Stabilità stanno provocando una significativa incertezza. L’incapacità di trovare un accordo ritarda il necessario aggiustamento di bilancio e lo slancio verso riforme e investimenti.
L’incertezza porterebbe probabilmente a ulteriori aumenti dei rendimenti e degli spread dei titoli di Stati, soprattutto per i Paesi che potrebbero non rispettare il Patto e trovarsi ad affrontare procedure di disavanzo eccessivo.”
Pesa il giudizio sulla manovra italiana
La leader della BCE, Christine Lagarde, aveva interrotto l’aumento dei tassi, evidenziando però come non sia escluso un loro successivo rialzo. L’obiettivo, infatti, è un ritorno dell’inflazione attorno al 2% e potrebbe perciò non essere impossibile un nuovo aumento.
A questo si aggiunge la valutazione della Commissione europea nei confronti della manovra italiana per il 2024. Il giudizio evidenzia come il testo non sia “pienamente in linea”: di fatto non una bocciatura in toto, ma vi è la possibilità che siano richieste modifiche.