Il reperimento dei dati rappresenta un problema non proprio secondario, per le blockchain. Per le reti in questione, infatti, è complicato accedere alle informazioni che si trovano all’esterno del proprio ecosistema. Una lacuna che diventa del tutto evidente per quelle che si propongono casi d’uso nel mondo reale.
Per cercare di risolvere questa problematica, sono stati concepiti gli oracoli. Si tratta di servizi di terze parti che si assumono il compito di fornire i dati richiesti, consentendo per tale via agli smart contract di avere un aggancio al mondo reale, in grado di consentirgli un miglior funzionamento.
Tra le blockchain che hanno puntato con forza sugli oracoli, c’è anche Tellor. Andiamo quindi a vederne da vicino le caratteristiche e le potenzialità.
Tellor: di cosa si tratta?
Tellor è un protocollo progettato sulla Ethereum Virtual Machine e incentrato sugli oracoli. A fondarlo sono stati Brenda Loya e Michael Melrose, nel 2019. Il team di sviluppo porta avanti in contemporanea Daxia, un protocollo dedicato ai derivati anch’esso ospitato su ETH.
Si propone grazie ad essi di dare indicazioni probanti per le transazioni che hanno luogo sulle piattaforme DeFi, come Uniswap, Sushiswap e altre, che necessitano di avere prezzi di cambio attendibili, in modo da mantenere l’ancoraggio tra i vari token contrattati al loro interno.
A fornire tali informazioni sono appunto gli oracoli, sofware o hardware, che le raccolgono all’esterno e le rendono disponibili sulla rete di Tellor. In tal modo, chi conduce la compravendita di valute virtuali non ha bisogno di recarsi sui siti online che pubblicano in tempo reale, grazie alle API, le varie quotazioni.
Tellor, in pratica, permette ai contratti intelligenti di accedere a banche dati on-chain che si avvalgono del lavoro dei miner, condotto in questo caso con lo staking. In pratica è un vero e proprio ponte tra smart contract e banche dati in grado di creare feed affidabili, eliminando il ricorso a intermediari.
Chi garantisce sulla sicurezza dei dati di Tellor?
Naturalmente, la domanda che ci si dovrebbe porre a questo punto è la seguente: cos’è che garantisce sull’attendibilità dei dati forniti su Tellor e sul fatto che non siano manipolati?
La risposta è molto semplice: il meccanismo di consenso Proof-of-Work che è stato adottato al suo interno. Com’è noto, questo algoritmo obbliga a complessi calcoli matematici, per i quali servono macchinari molto potenti. Dispositivi quindi molto costosi, che in questo caso non producono blocchi relativi alle transazioni, ma aggiornano in continuazione i feed.
In pratica, gli smart contract di Tellor aggiornano i feed ogni 5 minuti. Nel caso in cui i minatori inviano informazioni non veritiere, possono essere sanzionati con la perdita dei token messi in staking, almeno 500.
Una volta che le informazioni siano state convalidate sono immesse definitivamente sulla blockchain. Chiunque abbia i token nativi della rete, TRB, può comunque contestarne l’effettiva veridicità nelle successive 24 ore, pagando una apposita commissione.
Il token TRB, noto anche come Tributes è un ERC-20 che non prevede un’offerta massima. Al tempo stesso è previsto un meccanismo il quale punta ad abbattere il tasso di inflazione man mano che sono coniati i nuovi esemplari.
Le prospettive di Tellor
Tellor si trova al momento al 157° posto nella classifica di settore. Il progetto ha quindi raccolto un certo consenso, senza però affermarsi in maniera definitiva.
Ad aiutarlo in tal senso potrebbe essere proprio il crescente bisogno di informazioni veritiere in ambito DeFi. Le transazioni che avvengono al suo interno, infatti, necessitano di un costante aggiornamento, che può essere garantito dagli oracoli.
Stiamo quindi parlando di un vero e proprio servizio reso ai trader, tale da andare oltre le fibrillazioni che pure sono tipiche del mercato crypto. Proprio per questo alcuni analisti sono pronti a scommettere su una forte crescita del prezzo di TRB nell’immediato futuro.