Il padre di Filippo Turetta, Nicola, ha espresso tutto il suo dolore insieme alla moglie Elisabetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Ancora al centro del dibattito mediatico è il movente che avrebbe spinto il 22enne, ex ragazzo di Giulia, a compiere un gesto tanto estremo e brutale. Il tema di cui maggiormente si discute è quello di una cultura patriarcale, i cui precetti nella nostra società sono interiorizzati e, seppur gravi, vengono ancora ampiamente tollerati, o visti superficialmente.
Il padre di Filippo Turetta: “Proviamo dolore, non siamo una famiglia patriarcale”
I genitori di Filippo si sono difesi da chi li insulta, condannandoli mediaticamente, con l’accusa di non aver educato adeguatamente il figlio. In particolare, ha replicato alle critiche il papà, Nicola, che rilasciando un’intervista per il Corriere della Sera ha affermato:
“Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto di mia moglie e in casa abbiamo sempre condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere. Vederci descrivere ora come una famiglia patriarcale ci addolora molto”.
La motivazione dell’omicidio di Giulia Cecchettin? “Non abbiamo una spiegazione”
La famiglia Cecchettin e i Turetta si sono uniti nel dolore, confortati a vicenda, dopo la tragedia di cui parlano tutti i giornali nelle ultime ore. Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, durante la fiaccolata in sua memoria, ha parlato di Filippo come di un ragazzo comune, figlio del patriarcato. Il discorso ha suscitato tanti dibattiti sul tema e, lo stesso Nicola, afferma di essere certo di non sapere in cosa lui e sua moglie potrebbero aver sbagliato:
“Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia . Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio. Anzi, parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola… Ora, non sappiamo davvero darci una spiegazione”.
I genitori sono convinti che qualcosa sia scattata nella mente di Filippo “da un momento all’altro”. Lo hanno ribadito più volte nel corso dell’intervista. Hanno affermato, inoltre, di non aver ancora parlato con il ragazzo, attualmente arrestato in Germania.