Una carriera ventennale come arbitro, l’esperienza come assessore allo Sport per il comune di Villasante e un presente come opinionista televisivo per Telelombardia. A fare da sfondo l’amore e la passione per il calcio che lo accompagna sin da bambino. Angelo Bonfrisco inizia ad arbitrare giovanissimo, all’età di vent’anni, ed esordisce in serie A il 4 giugno 1995 arbitrando Reggiana-Foggia. 17 le partite dirette dal fischietto italiano in massima serie, 118 quelle arbitrate in serie B. Per commentare il calcio di rigore non concesso nel corso di Ucraina-Italia, per il contratto tra Cristante e Mudryk, Bonfrisco è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Rigore Ucraina-Italia, Bonfrisco commenta a Tag24
Lo 0 a 0 tra Ucraina e Italia vale la qualificazione a Euro 2024 per la nazionale di Luciano Spalletti. Gli azzurri anche a Leverkusen dimostrano di essere una squadra in crescita, compatta e matura. I dettami tattici del nuovo Ct stanno diventando partita dopo partita sempre più familiari e la differenza rispetto al passato si vede. Il primo obiettivo è stato raggiunto, ma non manca qualche polemica. Nonostante la gioia per la qualificazione, restano forti dubbi sul rigore non concesso all’Ucraina nel corso del tempo di recupero per il contratto tra Cristante e Mudryk. Per commentare la decisone arbitrale e dare una spiegazione al mancato calcio di rigore nel corso di Ucraina-Italia, Bonfrisco, ex arbitro, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Parliamo chiaramente del contatto di ieri tra Cristante e Mudryk. Che ne pensa?
“Ho seguito la partita in uno studio televisivo e nei 5 minuti di recupero dati, quando c’è stato l’intervento, ho visto tutti gelare. È il classico intervento per cui ti aspetti il fischio dell’arbitro o il conseguente intervento del Var. Non è stato così e c’è da chiedersi perché. Oltretutto non c’è stata nemmeno la scritta ‘check var possible penalty’ che è il momento in cui viene effettuata la reviews. Ci sono vari punti di domanda. Ma torniamo dietro, al contatto tra Cristante e Mudryk. Il giocatore dell’Ucraina arriva prima e il difensore azzurro perde la gara, lo colpisce non col il piede, su cui tutti si sono concentrati, ma con la gamba. Si vede chiaramente che lo sposta ed è calcio di rigore. Cristante va sulla traiettoria del giocatore, che sposta il pallone e a quel punto inevitabilmente commette fallo”.
Come è possibile che non sia stato punito?
“È difficile dare una spiegazione sulla non punibilità. Può essere che la sensazione del campo fosse quella, ma il Var sarebbe dovuto intervenire. Siamo tutti contenti per la qualificazione dell’Italia, questo è sottointeso, ma la valutazione tecnica è questa. Anche perché ci domandiamo, se una cosa del genere succedesse domenica sera durante Juventus-Inter che facciamo? Le considerazioni vanno fatte tutte. Manca un pezzo importante, ovvero che cosa si sono detti arbitro e varista. Una delle spiegazioni più plausibili è che l’arbitro abbia valutato direttamente dal campo. Se però ci facessero ascoltare il colloquio, come facciamo in Italia da qualche settimana, forse capiremmo un po’ di più”.
Il fatto che Mudryk abbia un po’ enfatizzato la caduta può aver influenzato l’arbitro?
“Può essere, ma lì deve subentrare il Var. Non ha simulato, attenzione sono due cose diverse. In questo caso il contatto c’è. Questo potrebbe aver influenzato anche il Var, ma siamo assolutamente nel campo delle ipotesi. Sportivamente parlando però ci chiediamo come mai nel 2023, con il Var, non abbiano concesso un calcio di rigore del genere”.
Partendo dal presupposto che è comunque un errore, ma può influire il fatto che non ci siano state proteste veementi?
“L’inquadratura è andata subito sulla panchina dell’Ucraina che effettivamente si è scagliata verso il Quarto invitando l’arbitro ad andarlo a rivedere. Hanno avuto anche loro la stessa sensazione. Però poi sono stati bravissimi perché la protesta è stata istintiva ma né veemente, né continuata e né tanto meno protratta dopo la partita. Di questo gli va dato onore. Non sempre però la protesta è proporzionale alla realtà. Purtroppo capita che i calciatori protestino per cose talmente sciocche ed evidenti che spesso perde di importanza. Se ogni volta che protestassero fosse per un motivo valido, potrebbe essere una sorta di Var in campo, ma purtroppo non è così. È da lodare il comportamento istintivo ma sportivo dell’Ucraina. Il saluto che hanno fatto a centrocampo, infischiandosene del rigore, è di livello molto alto. È un popolo che ha problemi ben diversi da un calcio di rigore”.
Facciamo infine un breve bilancio di questa prima parte di stagione per quel che riguarda la Serie A: come stanno andando gli arbitri?
“Stanno facendo fatica. Purtroppo Rocchi deve rinnovare gli arbitri più esperti e lo sta facendo un po’ alla volta. Ha coraggio, ha inserito nomi interessanti, ma la rincorsa è dura. Quando vedo che Orsato, Doveri, Massa fanno ancora le partite più importanti, evidentemente sia a livello numerico che di qualità c’è carenza. Sono 50 arbitri, ma quelli che ruotano intorno alla Serie A sono pochi. Questo è il punto su cui Rocchi sta lavorando. Bisogna passare attraverso l’esperienza e bisogna anche poter sbagliare, non c’è altra via. La cosa che non convince è la poca uniformità tra gli arbitri di campo e il Var. A volte sembra che si vada oltre e altre che non si voglia intervenire e questo fa perdere forza alla tecnologia, da cui gli sportivi si aspettano certezze. Quando anche con il Var non si dà un rigore come quello di ieri, crollano anche le certezze”.