Quanto conoscono i giovanissimi l’HIV? Molto poco, purtroppo. L’AIDS rappresenta una realtà silente tra gli adolescenti, una problematica spesso trascurata nel dialogo educativo.
I giovanissimi, purtroppo, mostrano una conoscenza limitata sull’AIDS e spesso trascurano le pratiche di prevenzione. La mancanza di una discussione aperta su questo tema critico contribuisce alla diffusione del virus tra i giovani.
Scendiamo nei dettagli e vediamo quali rischi corrono i giovani che non conoscono l’HIV.
Quante ne sanno gli adolescenti dell’AIDS?
Le morti globali tra gli adolescenti affetti da AIDS sono quasi triplicate dal 2001. Mentre allora morivano a causa dell’infezione da HIV 38.000 giovani tra i 10 e i 19 anni, nel 2012 il numero era già salito a 107.000.
Oggi sono circa 110.000 bambini e adolescenti (fra 0 e 19 anni) a morire per cause collegate all’AIDS nel 2021.
È aumentato anche il numero dei contagi da HIV tra i giovani. Alla fine del 2012 circa 2,1 milioni di giovani di questa fascia d’età erano positivi all’HIV, ha affermato l’OMS.
Ad oggi ogni 100 secondi circa – in media 880 al giorno, 320.000 all’anno, un adolescente sotto i 20 anni viene contagiato dall’HIV.
Cosa significa questo? Che di HIV si parla troppo poco, che gli adolescenti di oggi sanno poco o niente di questo virus, che non sono a conoscenza della sua pericolosità, e di conseguenza non si proteggono durante i rapporti sessuali.
Tra i giovanissimi c’è molta ignoranza e poca responsabilità in merito ad un sesso protetto. Infatti l’83% dei casi di sieropositività deriva dal sesso non protetto.
Cos’è l’HIV?
HIV significa “virus dell’immunodeficienza umana”. L’HIV è l’inizio e l’innesco dell’AIDS, cioè la fase finale di un’infezione del virus. I primi sintomi comprendono febbre, eruzione cutanea e gonfiore dei linfonodi.
Il virus HIV può essere trasmesso quando fluidi corporei come sangue o sperma entrano in contatto con lesioni cutanee aperte o mucose. Anche lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti può portare a infezioni.
Non ci sono invece pericoli nel condividere l’appartamento, il bagno, le stoviglie e le posate. Anche le strette di mano, gli abbracci e i baci non sono un problema.
Quando qualcuno viene infettato dall’HIV, di solito si sente sano per molto tempo mentre il virus distrugge lentamente il suo sistema immunitario.
Il virus, però, può essere trasmesso ad altri già due giorni dopo l’infezione da HIV.
Oggi è possibile convivere con l’HIV e fare una vita normale, sino alla vecchiaia, grazie alle terapie anti-virali di mantenimento. Sì perché contro l’AIDS non esiste ancora una cura.
Vivere prendendo questi farmaci a vita, è possibile, ma solo se ci si accorge di aver contratto l’HIV prima che diventi AIDS conclamata.
In quest’ultimo caso, infatti, i farmaci non fanno più alcun effetto perché il sistema immunitario è completamente compromesso e si va incontro, inevitabilmente, alla morte.
In assenza di trattamento, quindi per tutti coloro che non sanno di essere sieropositivi e sono tantissimi, si può vivere dai 9 agli 11 anni. Dopo la diagnosi di AIDS conclamato, la sopravvivenza varia dai 6 ai 19 mesi.
Le persone hanno scarsa conoscenza sulle modalità di trasmissione dell’HIV, ecco perché è importante educare i giovani nelle scuole. È fondamentale discutere con loro la percezione della malattia e della salute, affrontare concetti come discriminazione ed esclusione, e spiegare chiaramente le vie di trasmissione prima che vengano influenzati da immagini obsolete dell’HIV/AIDS.
Il primo dicembre è la giornata mondiale contro l’AIDS, cosa è cambiato negli ultimi anni
Cosa è successo nella prevenzione e nella cura dell’HIV negli ultimi anni? Dal 2008, le persone che vivono con l’HIV hanno un’aspettativa di vita quasi quanto le persone senza HIV se adeguatamente trattate con i farmaci.
Possono anche diventare madri senza infettare i loro piccoli e allattarli al seno. Le persone che vivono con l’HIV possono svolgere quasi tutte le professioni, comprese quelle infermieristiche o quelle dei vigili del fuoco. Molto importante: se il farmaco viene assunto regolarmente, il virus HIV non può più essere trasmesso durante i rapporti sessuali.
I farmaci antiretrovirali sono oggi molto efficaci nel sopprimere la replicazione del virus HIV. Ciò significa: il virus HIV non può più riprodursi nel corpo.
Questo significa che non ci sono abbastanza copie del virus nei fluidi corporei di una persona (come sperma, secrezioni vaginali, sangue) per consentire la trasmissione. Questo progresso viene indicato con la “formula” N = N, non rilevabile significa non trasferibile.
In conclusione, per prevenire il contagio dell’HIV tra gli adolescenti, è imperativo fornire loro informazioni accurate e approfondite sul virus.
L’educazione mirata nelle scuole, che affronti apertamente le modalità di trasmissione, la prevenzione e la consapevolezza, gioca un ruolo cruciale.
Inoltre, è essenziale superare la mancanza di conoscenza persistente, garantendo che i giovani abbiano accesso a risorse informative aggiornate e comprensibili, contribuendo così a ridurre il rischio di infezione e promuovendo comportamenti consapevoli in materia di salute sessuale.