Il tragico caso di Giulia Cecchettin continua ad essere al centro dell’attenzione mediatica. Su Facebook è nato il gruppo Filippo Turetta Ragazzo Modello e la pagina Le Bimbe di Filippo Turetta in supporto al giovane 22enne veneto accusato del femmincidio della ex fidanzata. L’opinione pubblica e il web è diviso tra chi è convinto che questi gesti siano opera di un troll di pessimo gusto o di persone affette da ibristoflia: una attrazione morbosa di tipo sessuale per persone pregiudicate, in particolare serial killer e sturpatori.

Tag24 ha intervistato la criminologa Roberta Sacchi per saperne di più sulla ibristofilia e su questa perversione sessuale.

Gruppi e pagine in supporto di Filippo Turetta, parla Roberta Sacchi

D. Perché c’è chi crea queste pagine sui social? Perché uomini e donne sono attratti da serial killer, assassini? Si tratta di una parafilia?

R. La creazione di gruppi social che celebrano stupratori, assassini, sembra più una goliardata che una parafilia. Tuttavia l’attrazione per i criminali è un fenomeno che esiste. Molti di questi soggetti, tra cui stupratori e serial killer, ricevono in carcere lettere d’amore e richieste di incontro. La maggior parte dei soggetti attratte da questi “personaggi” sono donne. In merito sono state fornite diverse spiegazioni, a me convince una in particolare che fa riferimento ad una teoria evoluzionistica secondo la quale questi soggetti incarnano il maschio alfa, l’uomo vigoroso, potente, testosteronico, in grado di sopraffare l’altro quindi di garantirsi con maggior probabilità di successo la riproduzione e l’evoluzione della specie.

D. Tag24 ha indagato internamente ai gruppi le “Bimbe di Filippo Turetta” e “Filippo Turetta Ragazzo Modello” e ha scoperto che alcuni followers si sono definiti “ibristofili”, si può definire una via di mezzo tra goliardata e persone che realmente ci credono?

R. Non credo che il fondatore o i fondatori di questi gruppi siano affetti da questa parafilia, sembra più un’azione irresponsabile. Certo è che questi gruppi possono attirare l’attenzione degli ibristofili. È bene dire che l’ibristofilia è una patologia rara perché normalmente le persone provano repulsione per i criminali, specialmente per quelli affetti da parafilie.

Perché si diventa ibristofili

D. Chi è che cade nella parafilia? Perché si diventa ibristofili?

R. Tendenzialmente sono donne che nella vita reale hanno problemi relazionali. L’innamoramento verso un soggetto carcerato le renderebbe più adeguate nella misura in cui non si devono raffrontare nella realtà con un partner. Rimane un livello di amore romantico, non consumato, che potrebbe coprire l’inefficacia e l’incompetenza relazione e sessuale di queste donne.

D. Susan Atkins, la giovane che s’innamorò e sposò Charles Manson, era attratta da questa visione del “maschio alpha”? Anche lei è ibristofola?

R. Del maschio vigoroso, aggressivo e in grado di garantirmi meglio degli altri la riproduzione della specie. È un pensiero del cervello rettile, non cosciente.

D. In Italia noi abbiamo il caso di Angelo Izzo, che si è sposato dal carcere. E’ così comune che ci si sposi con serial killer o stupratori in carcere?

R. Di matrimoni ce ne sono pochi. Quello che sappiamo è che molti di questi criminali, specialmente quelli saliti alla ribalta delle cronache, ricevono moltissime lettere d’amore in carcere creando non pochi problemi nella gestione penitenziaria.