Le offerte di lavoro dalla Norvegia per gli infermieri italiani non sono certo un mistero. È noto che gli infermieri in Italia percepiscono stipendi al di sotto della tabella remunerativa di altri Paesi. Nonostante la forte carenza di personale sanitario, i problemi non sono finiti.

Da giorni, la Norvegia ha lanciato un piano di reclutamento degli infermieri italiani con cifre sbalorditive. Non solo: le agenzie di reclutamento internazionali hanno attivato da anni il protocollo per il reclutamento di personale medico. Ad arricchire l’offerta di lavoro sono anche le condizioni legate allo stipendio. Vediamo insieme quanto guadagna un infermiere in Norvegia.

Norvegia, lavoro per infermieri italiani

La notizia è stata diffusa dal Sindacato Nazionale Infermieri tramite il Nursing Up. Tutto sommato, sembra una boccata di ossigeno per gli operatori sanitari italiani. La vicenda è già arrivata alle migliori agenzie. D’altronde, si tratta di prendere in considerazione un cambiamento radicale, ma anche di abbracciare condizioni lavorative impensabili nel nostro Paese.

La Norvegia promuove l’assunzione della forma lavoro infermieristica italiana offrendo contratti a tempo indeterminato, stipendi al netto di fino a 3.500 euro al mese, a cui si aggiungono i premi di produzione e altri emolumenti.

Gli operatori sanitari italiani non sono solo interessati allo stipendio, ma piuttosto alle cifre che ruotano intorno ad esso, inclusi benefit extra su affitto e bollette. Insomma, se a guarnire un piatto già ricco di suo ci si aggiunge un volo verso casa gratis, diventa estremamente difficile esitare su questa offerta di lavoro.

A questo punto, il governo italiano dovrebbe trovare i fondi necessari per lanciare una controfferta altrettanto allettante, o almeno che offra opportunità lavorative almeno interessanti per gli operatori sanitari.

D’altronde, le offerte di lavoro provenienti dall’estero sono mirate, in particolare, al personale medico. Basti pensare che nell’ultimo triennio la fuga all’estero ha coinvolto 7000 professionisti.

 Qual è lo stipendio medio in Norvegia?

Attualmente, in Norvegia, lo stipendio medio netto oscilla tra 2.800 euro e 3.000 euro (zona di Oslo). È importante notare che il valore del salario è condizionato da diversi elementi, tra cui la professione specialistica, la zona di lavoro, l’esperienza offerta e molti altri.

Dove fare l’infermiere in Europa?

Il personale sanitario italiano è molto richiesto all’estero. Le richieste maggiori arrivano dal Regno Unito e dalla Germania, a cui si accodano altri Paesi. In modo particolare, si nota l’interesse per la preparazione, l’esperienza e la professionalità degli operatori sanitari italiani.

Dove possono lavorare gli infermieri?

L’infermiere può trovare impiego presso le strutture sanitarie pubbliche o private del territorio, come ad esempio ospedali, case di cura, ambulatori, comunità per anziani e assistenza domiciliare. In alternativa, può esercitare la libera professione in forma singola, associata e interprofessionale.

La Norvegia cerca gli studenti italiani. Appare chiaro che la Norvegia ha lanciato un’offerta di lavoro molto allettante e, nello stesso tempo, sembra apprezzare particolarmente gli studenti del terzo anno di infermieristica che scelgono di proseguire gli studi in questo Paese.

Sicuramente, emerge la volontà di rafforzare la crescita del Paese attraverso l’investimento nella formazione dei giovani talenti.

Norvegia, offerte di lavoro per infermieri italiani

Sicuramente, molti impiegati nel settore sanitario stanno valutando attentamente l’offerta di lavoro a tempo indeterminato. D’altronde, è saltato anche il requisito della lingua norvegese. Ciò fa capire l’esigenza di reclutare personale sanitario offrendo lavoro, garanzie future e una ricca carriera.

L’iniziativa norvegese ha scosso i ranghi della sanità italiana, aprendo una breccia di crisi sul futuro della sanità nel Paese.

Con migliaia di infermieri all’estero, le prospettive sul fronte dell’assistenza sanitaria nazionale sono catastrofiche. È importante sottolineare che la partenza dei giovani studenti italiani metterebbe a rischio l’approvvigionamento delle risorse umane future.