3 novembre 2001, son passati 22 anni da quando, sul Circuito Jacarepaguá di Rio de Janeiro, Manuel Poggiali conquistava il suo primo titolo mondiale, classe 125cc. Due anni più tardi, vinceva il titolo mondiale 250cc. Lo chiamavano il nuovo Valentino, le aspettative su di lui sono sempre state altissime. Lui però non ha alcun rimpianto, si accontenta degli obiettivi raggiunti e della pagina scritta in sella ad una moto. Ormai da qualche anno Riders Coach della famiglia Gresini Racing, accanto ai piloti più giovani si sta togliendo grandissime soddisfazioni. Per commentare il GP del Qatar, la vittoria e il momento di Di Giannantonio e anticipare il GP di Valencia, Manuel Poggiali è intervenuto in esclusiva a Tag24.
GP del Qatar e la vittoria di Di Giannantonio: Poggiali a Tag24
Rischia di restare senza moto per la prossima stagione, ma lui guarda dritto e tira avanti per la sua strada. Fabio Di Giannantonio è reduce dalla prima vittoria della sua carriera in MotoGP e non vuole far altro che godersi il momento, al futuro ci sarà tempo per pensare. Un podio tutto italiano, quello dell’ultima gara in Qatar, che rilancia ancora una volta la Ducati sul tetto del mondo. Accanto a lui, rispettivamente in seconda e terza posizione, Pecco Bagnaia e Luca Marini. Son passati appena due giorni dall’ultimo Gran Premio, ma è già arrivato il momento di pensare al prossimo che si correrà a Valencia. L’ultima gara, per Bagnaia l’occasione per confermarsi campione del mondo. Per commentare il GP del Qatar, la situazione di Di Giannantonio e proiettarci al GP di Valencia, Manuel Poggiali è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Grande momento per la Ducati e tre italiani sul podio in Qatar. Partiamo da una valutazione su Di Giannantonio?
“Per noi e per Fabio in particolare è stata una giornata magica. Vincere il primo Gran Premio in MotoGP è motivo di grande orgoglio, una soddisfazione unica, davanti a tante strutture di Team Factory; è frutto di grandissimo lavoro. Ci teniamo ben stretti questa giornata e penso che sia per lui qualcosa di indescrivibile. Arriva tra l’altro in un momento particolare visto che nel suo caso specifico non ha ancora una sella garantita per la prossima stagione”.
Ecco, ma come è possibile che lui non abbia una moto al momento?
“A questa domanda faccio fatica a rispondere, nel senso che da appassionato e da amico la cosa non può che rammaricarmi e sorprendermi. Da 5 o 6 gare a questa parte Fabio ha cambiato ritmo. Lo scorso anno per lui era il primo e ha incontrato qualche difficoltà, ma non è mai stata facile per nessuno la prima stagione, a parte Marc Màrquez. In quel caso però parliamo di un otto volte campione del mondo, un atleta che nasce raramente. Quest’anno Diggia era partito con altri obiettivi, come è normale che sia e li ha centrati quasi tutti. Questa situazione mi lascia l’amaro in bocca. Merita sicuramente qualcosa in più”.
Invece a Bagnaia manca solo un piccolo passo verso il trionfo. Cosa ti aspetti da Valencia?
“Adesso i punti in palio ad ogni weekend sono 37 e quindi i suoi 21 di vantaggio sono tanti, ma allo stesso tempo sono ancora pochi. Non c’è nulla di scontato e dovrà rimanere concentrato fino all’ultimo istante. Valencia è una pista in cui Pecco va forte, ma anche Martìn non sarà da meno. È chiaro che sabato scorso, prima del GP del Qatar il vantaggio era di appena 7 punti e oggi le cose sembrano un pochino più semplici, però occhio a sottovalutare ogni aspetto. Sabato dovrà chiudere definitivamente ogni possibilità”.
Ogni stagione fa storia a sé, cosa succederà nella prossima?
“La MotoGP sta prendendo sempre più valore e ci sono tanti piloti che vanno forte. Oggi Ducati è indubbiamente il riferimento e lo dimostrano tutti i piloti che la guidano, i risultati e le 3 Ducati dui 3 gradini del podio la scorsa settimana. Sarà un campionato molto avvincente. Non escluderei Bezzecchi, che quest’anno arriverà terzo e che potrà crescere ancora. Indubbiamente siamo tutti curiosi di capire cosa riuscirà a fare Marquez, che è sempre un pilota fortissimo e in grado di competere in ogni gara. Poi ci sarà il nuovo Niño Maravilla, Pedro Acosta su cui ci sono già grandissime aspettative al suo primo anno. La Moto GP è sempre più competitiva e ci sono piloti sempre più forti che completano la griglia e saranno in tanti a provare a conquistare ogni singola gara e poi il titolo”.
Tu ti occupi di giovani, lavori con loro costantemente. Quali sono i piloti da cui ti aspetti di più?
“Ci sono molti piloti interessanti già in Moto3. Facevo il nome di Acosta perché si è presentato vincendo il Mondiale in Moto3, poi ha fatto bene lo scorso anno in Moto2 e in questa stagione ha vinto il titolo. Rappresenta uno di quei piloti che potranno scrivere una pagina importante di questo sport, anche perché è giovanissimo. Poi c’è il campione del mondo, che speriamo sia Pecco anche quest’anno. Va molto forte anche Álex Márquez. Gli anni passano anche per me e sono fortunato perché lavoro con ragazzi eccezionali. In particolare mi riferisco a Fabio ed Alex che quest’anno ci stanno regalando tantissime soddisfazioni. Nel nostro piccolo, se guardiamo alle ultime due gare, tra Malesia e Qatar, ci stiamo ricavando uno spazio importante. Su 22 piloti in griglia, con tutti gli interessi e le case costruttrici che ci sono, siamo contenti che Gresini Racing si stia togliendo queste soddisfazioni”.