Il problema della scalabilità, in ambito blockchain, è alla base di un gran numero di progetti. Molti dei quali sono arrivati nel corso degli ultimi anni, proponendo soluzioni che hanno in effetti comportato un salto di qualità in tal senso.
Tra le soluzioni che sembrano avere le carte in regola per fornire risposte di livello in tema di scaling, un posto di riguardo spetta senz’altro a SKALE. Il progetto è stato costruito su Ethereum e va a mescolare tecnologie di ultima generazione, in grado di elevare in maniera significative la prestazioni del sistema.
SKALE: di cosa si tratta e cosa si propone
SKALE è una rete formata da sidechain interconnesse, le quali fanno leva su varie tecnologie nel preciso intento di ridimensionare le applicazioni decentralizzate di Ethereum. Essendo costruita sulla Ethereum Virtual Machine, la blockchain permette alle catene presenti al suo interno di comunicare con quelle alternative anch’esse basate su ETH.
A fondare Skale, nel 2018, sono stati Jack O’Holleran e Stan Kladko. Proprio loro hanno progettato il piano iniziale e provveduto al varo della blockchain nel corso dello stesso anno, inaugurando una fase di intensi test durata due anni e mezzo. Al termine della quale è stata lanciata la mainnet.
In questo arco temporale, sono stati eseguiti vari round di finanziamento, tesi a fornire una base finanziaria adeguata al progetto. Il primo ha avuto luogo nell’ottobre 2018, quando Multicoin Capital ha raccolto 9,65 milioni di dollari per SKALE Labs. Tra gli investitori Signia Venture Partners, Galaxy Digital, Blockchange Ventures, FLOODGATE Fund e Aspect Ventures.
A distanza di un anno sono poi stati collezionati altri 17,1 milioni di dollari per il lancio della rete principale. Tra i partecipanti a questo secondo round spiccano Winklevoss Capital, HashKey, ConsenSys Labs, Multicoin Capital, Arrington XRP Capital e Recruit Holdings.
Infine, nel settembre del 2020, SKALE ha dato vita ad una vendita di token sulla piattaforma Activate di ConsenSys, al termine della quale ha potuto mettere in cassa altri 5 milioni di dollari provenienti da oltre 4mila investitori di 90 paesi.
SKALE: come funziona
La rete SKALE utilizza un modello di consenso Proof-of-Stake, grazie al quale è possibile conseguire risultato ottimali in termini di scalabilità, notevole convenienza in termini di transazioni e una velocità rimarchevole.
Le chain presenti al suo interno sono in grado di garantire la necessaria potenza di calcolo, grazie all’ausilio della Ethereum Virtual Machine, lo storage decentralizzato e una serie di funzionalità che si rivelano decisive nel potenziamento e ridimensionamento delle applicazioni decentralizzate.
Per quanto riguarda le transazioni, l’attività di conferma è delegata ad un pool di nodi che le validano all’interno delle chain che provvedono a gestire. I nodi, a loro volta, stabiliscono un’interazione con SKALE Manager, un insieme di 35 contratti intelligenti che girano sulla blockchain di Ethereum.
Per chi intende partecipare alla blockchain e guadagnare dall’attività di validazione, è necessario mettere in staking i token nativi SKL. A partecipare alla gestione dei nodi, oltre 150, sono al momento più di 45 DAO e altre realtà indipendenti.
A loro si aggiungono poi i gestori dei sottonodi, responsabili per il funzionamento delle chain, remunerati sulla base del rendimento al termine di ogni epoca di rete, che dura un mese. I token messi in staking sono spostati nel pool di liquidità ogni mese, mentre il protocollo ne crea di nuovi token mediante un inflation event. Validatori e deleganti sono ricompensati utilizzando i token dello stesso pool.
Va però sottolineato come esista una soglia di ingresso per la configurazione di un nodo, pari a 20 milioni di SKL. Si tratta di un valore ingente, tale da porre seri dubbi sull’effettivo livello di centralizzazione di SKALE. Per ovviare si può comunque provare a sfruttare i propri token delegandoli ad un validatore registrato. In questo caso l’entità del premio varia da diversi fattori, a partire dalla durata del deposito e dal numero di gettoni conferiti.
Prospettive per il futuro
SKALE ha avuto la sfortuna di arrivare sulla scena crypto proprio poco prima che la stessa si inabissasse per un biennio. Ha però avuto il modo di farsi apprezzare per le caratteristiche tecnologiche e l’elevato livello di innovazione.
Grazie ad esse, circa un mese fa la sua blockchain ha trionfato in una vera e propria disfida organizzata per stabilire la più veloce in assoluto. In questa gara ha battuto Ethereum, Polygon, Solana, Fantom, Avalanche, NEAR, Flow.
Un risultato che ne fa capire in maniera eloquente le potenzialità, tali da andare molto oltre l’attuale 138° posto nella graduatoria di settore. Non sarebbe quindi stupefacente una sua forte crescita nel corso dei prossimi mesi.