È in programma un altro importante sciopero dei trasporti per la giornata di lunedì 27 novembre 2023 e diverse sono le motivazioni presentate dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore. Si tratta dell’ennesima agitazione sindacale, indetta anche questa volta a livello nazionale, che coinvolgerà diversi servizi da Nord a Sud Italia e che potenzialmente potrebbe bloccare il Paese. La durata prevista è di 24 ore ma, come di consueto, ci saranno delle fasce di garanzia.

Sciopero trasporti 27 novembre: le motivazioni

A proclamare il prossimo sciopero dei trasporti che si terrà il 27 novembre 2023 sono stati i membri di Usb Lavoro Privato, di Orsa e i sindacati di base Sgb e Cub. Le motivazioni che hanno portato le sigle e i vari addetti del settore a indire e a prendere parte alla movimentazione sono diverse. Essa avrà ripercussioni a livello locale e nazionale, dal momento che potenzialmente potrebbe coinvolgere tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici in Italia.

Questi ultimi, per l’intera giornata di lunedì prossimo, potrebbero decidere di incrociare le braccia e aderire all’agitazione sindacale. In primo luogo, come hanno fatto sapere i membri di Usb, lo sciopero è stato indetto per cercare di superare i penalizzanti salari di ingresso dei nuovi lavoratori e per garantire l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello per i neo-assunti.

La movimentazione di lunedì 27 novembre 2023 si terrò anche per chiedere al governo di dire stop alle spese militari che stanno alimentando, ormai da tempo, la guerra in Ucraina. I lavoratori e le lavoratrici protestano così anche per dire basta ai conflitti armati e per chiedere, a livello nazionale ed internazionale, di collaborare per raggiungere la pace.

A spiegare le motivazioni dietro allo sciopero sono stati anche Cobas, Adl, Sgb e Cub Trasporti. Tale sigle reclamano, tra i tanti punti, un aumento salariale di 300 euro e una riduzione dell’orario lavorativo da 39 a 35 ore settimanali a parità di stipendio. Si manifesterà inoltre per chiedere una diminuzione del periodo di guida e del nastro lavorativo per tutti gli autisti dei mezzi pubblici.

Cos’è successo l’ultima volta?

L’ultimo sciopero dei trasporti indetto a livello nazionale, quello di venerdì 17 novembre scorso, aveva suscitato un grande dibattito. Diverse associazioni e sigle sindacali avevano indetto la giornata di movimentazione, che sarebbe dovuta durare 24 ore. L’agitazione, che riguardava tutte le città italiane, era stata promossa con motivazione analoghe a quelle presentate per lo sciopero del prossimo lunedì.

Tuttavia, ad un certo punto, era arrivato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che aveva deciso, in accordo con i membri del suo ministero, di precettare la movimentazione. Il vicepremier e leader della Lega aveva così ridotto la durata dello sciopero da 24 a 4 ore.

I lavoratori e le lavoratrici del settore dunque avevano incrociato le braccia e non prestato servizi solamente dalle 9 fino alle 13 di quel giorno. La precettazione aveva fatto molto discutere e aveva scatenato la rabbia dei sindacati e anche di alcuni importanti esponenti politici, che avevano criticato la mossa di Salvini.

Mezzi a rischio per 24 ore

Per il momento quello che sappiamo a proposito dello sciopero indetto per la giornata di lunedì 27 novembre 2023 e che la durata sarà in totale di 24 ore. Dopo protesta del 18 settembre, quella del 9 ottobre (poi posticipata sempre per le decisioni prese dal ministro dei Trasporti), quella del 20 ottobre quella del 17 novembre, ecco che ne arriva un’altra.

La movimentazione dovrebbe partire allo scattare della mezzanotte di lunedì prossimo. Tuttavia è bene precisare che, come al solito, in ogni città verranno rispettate dai membri e dagli addetti del settore del trasporto pubblico locale, le fasce orarie di garanzia previste dalla legge. Queste variano da città in città.

Durante gli orari dello sciopero potrebbero verificarsi disagi e rallentamenti di vario tipo. Potrebbero anche non essere garantiti servizi come ascensori, scale mobili, biglietterie non automatiche e attività di presidio del personale di stazione.