La Commissione Europea ha recentemente esteso l’autorizzazione all’uso del glifosato, un erbicida ampiamente impiegato, per altri dieci anni. Questa decisione è stata presa a seguito di un impasse tra i 27 Stati membri dell’UE, che non hanno raggiunto un accordo unanime sul futuro di questo controverso prodotto fitosanitario. La scadenza imminente dell’autorizzazione attuale, fissata per metà dicembre, ha spinto la Commissione a prendere una decisione per assicurare la continuità del suo utilizzo in Europa.
Altri 10 anni di vita per il glifosato nei campi
Nonostante le numerose proteste e petizioni delle associazioni ambientaliste, la Commissione ha deciso di proseguire con il rinnovo dell’autorizzazione. Questa scelta è stata basata su valutazioni approfondite della sicurezza effettuate dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), insieme agli Stati membri dell’UE. Tuttavia, saranno imposte alcune restrizioni, come il divieto dell’uso del glifosato come essiccante preraccolta e la necessità di adottare misure di protezione per gli organismi non bersaglio.
Lo stallo tra i Paesi UE ha esteso l’utilizzo del glifosato
Durante il processo decisionale, si è verificato uno stallo tra i rappresentanti degli Stati membri, con Austria, Lussemburgo e Croazia che si sono opposti all’uso del glifosato, mentre Francia e Germania hanno mantenuto la loro astensione. L’Italia, che inizialmente aveva votato a favore, ha poi cambiato la sua posizione in astensione, soprattutto per le preoccupazioni riguardanti l’uso del glifosato nelle fasi antecedenti al raccolto.
Questa situazione di stallo ha lasciato alla Commissione Europea la responsabilità legale di approvare l’uso del glifosato. La Commissione ha seguito il parere dell’EFSA e ha proceduto con il rinnovo dell’autorizzazione, nonostante le preoccupazioni ambientaliste e le cause legali perse dall’azienda chimica tedesca Bayer, produttrice del glifosato, negli Stati Uniti.
Il cambio di posizione dell’Italia tra le due votazioni, dalla prima approvazione all’astensione nella seconda, è stato un elemento distintivo del processo decisionale. L’Italia ha preso questa decisione perché la Commissione non ha accolto la sua richiesta di vietare l’uso del glifosato nella fase preraccolta, sebbene abbia concordato con la proposta della Commissione Europea di proibirne l’uso come disseccante.
La Commissione Europea ha quindi deciso di prorogare di altri dieci anni l’autorizzazione all’uso del glifosato, che ricordiamo essere l’erbicida più utilizzato al mondo.
Uso del glifosato: l’ok dell’EFSA e le proteste di Greenpeace e degli ambientalisti
Abbiamo già spiegato che l’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, nella sua ultima valutazione non ha individuato criticità tali da impedire il rinnovo dell’approvazione del glifosato, nonostante alcune limitazioni nella valutazione riguardanti il rischio alimentare per i consumatori e l’impatto sulla biodiversità. In base a queste valutazioni, la Commissione Europea ha annunciato che procederà con il rinnovo dell’autorizzazione, introducendo tuttavia alcune restrizioni, come il divieto dell’uso preraccolta come essiccante e la necessità di adottare misure per proteggere gli organismi non bersaglio.
Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, l’EFSA sostiene la scelta basandosi sulle sue valutazioni sulla sicurezza, mentre dall’altro, organizzazioni come Pesticide Action Network (PAN) e Greenpeace hanno criticato aspramente la decisione, evidenziando i potenziali rischi per la salute e l’ambiente e la necessità di applicare il principio di precauzione.
Infatti, il glifosato è stato classificato come potenzialmente cancerogeno per l’uomo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2015, aggiungendo ulteriore controversia alla sua approvazione.
Il dibattito sull’effetto nocivo dell’erbicida sulla salute umana e sull’ambiente rimane acceso, con posizioni divergenti tra i paesi membri dell’UE. La mancanza di una valutazione completa del rischio alimentare collegato al glifosato e le implicazioni sulla biodiversità sollevano preoccupazioni legittime.
Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, ha definito la decisione un “giorno triste per l’Europa“.
Si è persa l’occasione di vietare un erbicida che comporta rischi per la salute ed effetti tossici sull’ambiente che non possono più essere ignorati.
Ha inoltre sottolineato il dovere del Governo italiano di proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente a livello nazionale.
Nonostante la proroga a livello europeo, infatti, gli Stati membri hanno ancora la responsabilità di autorizzare i prodotti fitosanitari contenenti glifosato a livello nazionale e regionale, con la possibilità di limitarne l’uso basandosi sulle valutazioni del rischio, in particolare per proteggere la biodiversità.