Avrebbe ucciso il padre al culmine di una lite, provocandogli ferite fatali con un coltello da cucina: per questo un 49enne di Teramo è stato tratto in arresto con l’accusa di omicidio volontario. Si chiama Francesco Di Rocco. Stando a quanto riportano fonti locali, dopo l’aggressione sarebbe stato fermato dai carabinieri, allertati da alcuni vicini di casa.

Uccide il padre a Teramo: arrestato per omicidio il 49enne Francesco Di Rocco

Quando i soccorsi erano arrivati a casa dell’anziano, nei pressi della stazione ferroviaria del centro di Teramo, l’avevano trovato in una pozza di sangue sul pavimento della cucina. Una volta soccorso Mario Di Rocco, di anni 83, era stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove alla fine si è spento, attorno alle 4 di questa notte, a causa delle gravi ferite riportate dopo essere stato aggredito dal figlio 49enne.

L’uomo, di nome Francesco, sarebbe stato già arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Ieri all’arrivo dei carabinieri, allertati da alcuni vicini di casa di padre e figlio che avevano sentito delle urla provenire dalla loro abitazione, si era subito costituito. Stando ai primi accertamenti, avrebbe colpito il padre con un coltello da cucina al culmine di una lite scoppiata per motivi ancora ignoti.

Per fare luce sull’accaduto la Procura locale ha già aperto un apposito fascicolo d’inchiesta. Tra gli interrogativi da chiarire c’è quello del movente: bisognerà capire perché l’83enne, ex capostazione, e il figlio, abbiano litigato così animatamente prima del gesto estremo.

I precedenti di parricidio verificatisi in Italia

Non è la prima volta che una vicenda simile sale alla ribalta delle cronache. Succede spesso che i figli di ogni età rivolgano la loro ira contro i genitori, spesso per futili motivi. Ad agosto era capitato a Cisternino, in provincia di Brindisi: un uomo di 36 anni aveva aggredito il padre 70enne al culmine di una lite e alla notizia della sua morte si era tolto la vita impiccandosi nei pressi di un lido balneare di Fasano.

Più di recente, sempre a Brindisi, un 32enne di nome Mirco De Milito aveva ucciso la madre e ferito il padre, gettandosi dal terrazzo dell’appartamento di famiglia, in via Luigi Errico, e morendo sul colpo. Sembra che avessero litigato: tutti e tre avevano problemi di salute e l’uomo da poco era stato chiamato a sottoporsi a degli accertamenti clinici. Era depresso, forse proprio a causa della malattia.

Il caso di Bolzano

Ci sono poi casi più famosi, come quello del duplice omicidio di Peter e Laura per mano del figlio Benno Neumair, da poco condannato all’ergastolo anche in Appello. L’uomo, di 33, avrebbe strangolato la madre e il padre con una corda da arrampicata in seguito a una lite. Era l’inizio del 2021.

Dopo essersi disfatto dei cadaveri dei genitori buttandoli nelle fredde acque del fiume Adige (dove sarebbero stati ritrovati solo molti mesi dopo), Neumair aveva tentato di depistare le indagini, fingendo che i due – appassionati di montagna – si fossero allontanati per una passeggiata e non avessero più fatto ritorno. Stando agli esperti, sarebbe affetto da un grave disturbo della personalità.

Poco prima del delitto era stato anche sottoposto a un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio, in Germania. Peter e Laura ne avevano paura, tanto da chiudersi a chiave mentre dormivano la notte. Era stata la sorella Madè, che fin dall’inizio aveva sospettato del ragazzo, a metterlo in luce. Parlavamo di questi e di altri dettagli della vicenda, che aveva sconvolto la comunità nazionale, in questo articolo: Cosa ha fatto Benno Neumair? Movente, condanna e malattia dell’omicida di Bolzano.