Chi è Alessandro Amadori? Si tratta di uno psicologo e saggista italiano considerato da molti uno dei maggiori esponenti sulla ricerca psicopolitica.
Amadori, classe 1960, è infatti specializzato nella disciplina che grazie a concetti e tecniche derivate dalla psicologia e dai settori correlati ha l’obiettivo di spiegare e prevedere i vari comportamenti politico-elettorali dell’uomo.
Il suo nome è salito alla ribalta nelle scorse ore dopo la scelta del Ministro Valditara di affidare a lui il coordinamento del progetto “Educare alle relazioni”, ovvero delle lezioni sull’educazione affettiva ed emotiva mirate agli adolescenti che proprio il Ministro ha voluto con fermezza.
Chi è Alessandro Amadori: gli studi e la carriera
Dopo aver conseguito la laurea in psicologia sperimentale e il dottorato di ricerca presso l’università di Padova la carriera di Amadori inizia nel campo della demoscopia e degli studi di marketing con Nicola Piepoli.
Nella seconda metà degli anni ’80 ha poi insegnato Psicologia del Linguaggio presso la facoltà di medicina dell’Università di Ferrara.
Dal 1988 al 2002 viene nominato direttore del Dipartimento Ricerche Motivazionali dell’Istituto CIRM occupandosi anche di politica e orientamenti elettorali del popolo italiano.
L’anno seguente diventa socio fondatore e amministratore delegato di Coesis Research, l’istituto di sondaggi demoscopici e ricerche di mercato con sede a Milano.
Al momento collabora con le università di Bologna, Padova e Salerno, dove tiene alcuni corsi di psicologia della comunicazione e della persuasione. Amadori rappresenta così un punto di riferimento in Italia per l’elaborazione di metodologie e tecniche di creatività.
Uno dei suoi lavori più importanti si basa proprio sulla trasposizione di alcuni metodi dell’analisi semiologica allo studio della comunicazione politica italiana.
Proprio su questa tematica si fonda la sua opera più significativa, ovvero il volume “Mi consenta”, dedicato alla strategia di comunicazione elettorale di Silvio Berlusconi per le elezioni politiche del 2001. Nelle pagine del suo libro esamina così il modo in cui funzionano oggi i processi di modificazione degli atteggiamenti e di consenso nelle moderne società.
Nel 2020 ha autopubblicato “La guerra dei sessi”, un libro che ha fatto scalpore per la tematica trattata e portata avanti dallo stesso Amadori. Nel libro infatti lo psicologo negava la violenza maschile, argomento ancora oggi molto attuale e delicato.
Ora sarà proprio lui ad avere il compito di coordinare il pool di psicologi e giuristi che hanno elaborato il progetto voluto dal ministero dell’Istruzione. Il tutto con un compenso di circa 80 mila euro l’anno pagatogli dal dicastero.
Richiesta di sollevare dall’incarico Amadori
La scelta di mettere Amadori a capo della squadra di esperti incaricati di organizzare il programma sull’educazione affettiva ha scatenato pareri contrastanti all’interno delle fazioni politiche.
La deputata democratica Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura si è infatti sorpresa della decisione del Ministro Valditara di farsi assistere, su un tema così urgente e drammatico da una personalità come Amadori che più volte in diversi interventi ha sostenuto tesi delle responsabilità delle donne come causa delle violenze.
Tesi che di fatto sembrano incompatibili con lo scopo che il progetto deve perseguire.
Sulla stessa linea si trova la senatrice Cecilia D’Elia, vice presidente della commissione femminicidi e portavoce nazionale delle donne del Pd che ha spiegato come sia folle affidare tale progetto ad Amadori visto proprio che a questo gruppo di consulenti è assegnato il compito di coordinare il progetto sull’educazione alle relazioni nelle scuole.
La portavoce si dice poi molto preoccupata e per questo verrà richiesta un’interrogazione urgente al governo per dare modo al Ministro di chiarire in Parlamento le sue scelte.
Infine sulla vicenda si è espressa anche Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra che ha spiegato come questa vicenda sia uno schiaffo a tutte le donne che sono e saranno in piazza in questi giorni per fermare il patriarcato e dire no alla violenza di genere.
Il partito chiede a gran voce al Ministro dell’Istruzione la revoca della consulenza di Amadori all’interno del progetto.