Affrontare il caro-voli combattendo le procedure delle compagnie low cost. Un paradosso che si trova a cavalcare la Federazione turismo organizzato di Confcommercio, citando in particolare Ryanair.
Fto-Confcommercio contro le compagnie low cost, Ryanair in particolare, per affrontare il caro-voli
Siamo intervenuti per ribadire la centralità del turismo organizzato che ha un ruolo chiave, ad esempio, nell’attrarre viaggiatori dai Paesi extra Ue. Ne va anche dell’immagine internazionale del sistema Italia: dobbiamo poter contare sull’efficienza e la fluidità del mercato domestico dei voli, a prezzi ragionevoli. Cosa che oggi è impedita da alcuni vettori, in particolare alcune low cost.
È quanto ha detto il presidente della Fto, Franco Gattinoni, intervenendo nella seduta odierna al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul trasporto aereo. Mentre il caro-voli in questi giorni sta interessando particolarmente i viaggi verso le isole.
Nel caso specifico di Ryanair – ha detto – la compagnia deve eliminare la procedura discriminatoria del riconoscimento facciale e deve togliere i blocchi e gli ostacoli che non consentono alle agenzie di viaggi di utilizzare i voli esistenti. Certe pratiche e procedure non consentono alla filiera di lavorare, finiscono per danneggiare le imprese e tutto il comparto turistico, compromettendo la sana concorrenza e comprimendo i diritti dei passeggeri. Siamo disponibili a rivedere insieme le regole della compensazione pecuniaria, ma vanno rispettati gli obblighi nei confronti dei viaggiatori in termini di assistenza e riprotezione previsti dal regolamento Ue/261.
Ryanair: “L’Italia non ha un problema di tariffe, bensì di capienza”
Interpellato dall’Ansa, il direttore commerciale di Ryanair, Jason McGuinness, ha invece parlato ieri della necessità di oltrepassare l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco.
L’Italia – ha detto McGuinness – non ha un problema di tariffe, piuttosto di capienza, di mancanza di posti. Per garantire prezzi bassi in Italia serve ridurre i costi per le compagnie aeree, ma questo purtroppo non avviene.
Deciso l’attacco finale, e non è la prima volta che la compagnia aerea se la prende con il governo italiano:
L’Italia non è competitiva. Il governo deve rendersi conto di questo. Non c’entra l’algoritmo, è roba senza senso, si sta abbaiando alla cosa sbagliata.