L’udienza preliminare del processo a carico di Mohamed Gaaloul, il 30enne di origine tunisina accusato dell’omicidio di Alice Neri, la giovane mamma trovata morta carbonizzata a Fossa di Concordia ormai un anno fa, avrebbe dovuto tenersi ieri, 20 novembre. La difesa ha però chiesto il giudizio immediato. Si tratta di una scelta tecnica che consentirà all’imputato – che si professa innocente – di presentarsi direttamente davanti alla Corte d’Assise. Abbiamo parlato di questo e di altri aspetti riguardanti il caso con il legale che lo assiste, l’avvocato Roberto Ghini.

Omicidio Alice Neri, chiesto il giudizio immediato per Mohamed Gaaloul: l’intervista all’avvocato difensore Roberto Ghini

Verso il processo per Mohamed Gaaloul: salta la fase dell’udienza preliminare

Avvocato, perché la scelta di chiedere il giudizio immediato per Gaaloul?

“Si tratta di una scelta tecnica che ha la finalità di arrivare in tempi più rapidi possibili al processo”.

L’accusa che viene mossa al suo assistito è quella di non voler rispondere…

“Non replico perché si tratta di osservazioni del tutto prive di fondamento. In udienza preliminare non è previsto l’interrogatorio dell’imputato, a meno che non sia l’imputato a chiederlo. Si tratta di dichiarazioni fatte per la stampa, che non hanno logica dal punto di vista processuale”.

Di recente ha detto che leggendo le carte delle indagini, che come difesa avete acquisito da poco, si è reso conto del fatto che tanti elementi non tornino, sul caso.

“È un aspetto molto complesso e alcune cose non posso rivelarle alla stampa. Che queste indagini abbiano tralasciato molti aspetti è un dato, credo, noto a tutti, a chiunque si sia occupato della vicenda. Che alcuni aspetti siano emersi grazie al sottoscritto, alla difesa che ho portato avanti, è un altro dato noto. Ci sono innumerevoli aspetti, piste alternative che non sono state minimamente seguite, tematiche che dovevano essere accertate in fase di indagine e che non sono state accertate. Parliamo di tabulati e di antenne cellulari, parliamo dell’incendio della vettura, dell’arma utilizzata”.

Le indagini e i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’imputato

Secondo Lei ci sono, oltre a Gaaloul, persone sospettabili per il delitto?

“Ci sono piste che non sono state seguite adeguatamente. L’errore di questa indagine è che da subito purtroppo la Procura si è convinta, in assoluta buona fede, di una pista e ha abbandonato, secondo me in maniera frettolosa, ogni pista alternativa. Da allora ha cercato di giustificare tutte le discrepanze che rendevano implausibile la colpevolezza del mio assistito a posteriori.

Ha cercato di spiegare come avrebbe potuto dar fuoco alla vettura, com’è possibile che – considerando la tipologia di ferite che hanno portato alla morte della signora Alice Neri – il mio assistito non si fosse macchiato di sangue. Tutto a posteriori, per cercare di trovar conferma alla propria tesi, che è una tesi che più studio e più mi rendo conto che è in contrasto con quello che è emerso dagli atti”.

A carico del suo assistito ci sono gravi indizi di colpevolezza, però…

“I gravi indizi di colpevolezza ci sono, perché se è in custodia cautelare vuol dire che ci sono, ma non significa essere colpevoli. Quello che sto dicendo è che tutta una serie di elementi emersi nel corso di quest’indagine che, in un qualche modo, allontanavano la responsabilità del mio assistito, sono stati… (messi in ombra, ndr).

Si è cercata invece una ricostruzione favorevole alla tesi della Procura, con degli sforzi a volte davvero incomprensibili. Parlo, ad esempio, dell’incendio della vettura, dell’assenza di macchie di sangue e di altre questioni tecniche di cui potremmo parlare per ore”.

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