I carabinieri di Pesaro e dintorni hanno iniziato la caccia nei confronti del 49enne riuscito ad evadere dagli arresti domiciliari. L’uomo, Federico Marcelli, aveva il braccialetto elettronico ed era stato condannato per due stupri. Gli eventi risalgono al 2020/2021 ed una delle vittime era anche la madre del figlio.

Ora ad essere terrorizzate sono le due donne minacciate in passato, incluso il figlio. L’uomo aveva più volte urlato contro di loro di ucciderle nel caso in cui avessero parlato. “Se parli ti uccido, ti sotterro e non faccio ritrovare il cadavere“, “Ti seppellisco viva“, “Ho fatto il volontario in Somalia, ho ucciso dei bambini, posso uccidere anche te”.

Gli inquirenti ritengono si tratti di un’evasione pianificata. L’uomo, infatti, era in attesa della pronunciazione definitiva della Corte di Cassazione, attesa per il prossimo 1° dicembre. In caso di conferma della condanna, per l’uomo si sarebbero riaperte nuovamente le porte del carcere.

Pesaro, caccia ad un 49enne evaso dai domiciliari: paura per il figlio dell’uomo

La paura assale non solo le due ex compagne ma anche il figlio del 49enne. Una ex è la gestrice di un ristorante in un’area piuttosto isolata del paese mentre l’altra donna, che è anche madre del bambino, è in una casa protetta dopo le minacce ricevute in passato. L’uomo ha tentato più volte di entrare in contatto con il figlio, per questa ragione si ritiene possa fare la medesima cosa anche in questo caso.

Gli inquirenti indagano su possibili complici per l’evasione

Le forze dell’ordine sono al lavoro per ricostruire il percorso dell’uomo e la rete di contatti che potrebbe averlo aiutato. Le indagini sono rivolte ai parenti e le persone a lui collegate, con l’obiettivo di risalire alla sua attuale posizione. Non è esclusa l’ipotesi del suicidio, ma al momento appare una pista poco percorribile.

I dati sulla violenza contro le donne dimostrano che si stia trattando di un problema sociale, non circoscritto solo ad una fascia sociale o un’età precisa. Da più fronti del governo arriva l’impegno ad agire per cambiare le realtà delle cose, ma la strada è tutta in salita e il taglio previsto del 70% dei fondi (come denunciato da Actionaid) non va in questa direzione.