Si potrebbe asserire, senza rischio di errore, che nelle nuove pensioni del 2024 chi esce prima paga. Sarà così per opzione donna, la prima ad adottare sistemi di penalizzazione della pensione con il ricalcolo dei versamenti con il sistema contributivi, proseguendo per quota 103, la cui nuova disciplina del 2024 comprende l’accettazione del ricalcolo, diversamente dalla misura in vigore quest’anno. Sarà così anche per 732mila lavoratori dipendenti statali che dovranno accettare una penalizzazione della propria pensione per uscire prima da qui ai prossimi anni.

Ne fanno parte i medici e gli infermieri, i dipendenti degli enti locali, i docenti delle scuole materne ed elementari e gli ufficiali giudiziari. Per tutte queste categorie, dal prossimo anno andare in pensione prima della vecchiaia dei 67 anni, avrà un costo. E per tutti i lavoratori statali interessati dalla misura contenuta all’articolo 33 della bozza della legge di Bilancio 2024, il costo sarà anche salato. Fino a un quarto dell’assegno mensile.

Pensioni, chi esce prima paga: dopo opzione donna e quota 103, tocca a 732mila dipendenti statali

Va volgendo verso una soluzione – seppure provvisoria – la questione delle pensioni dei lavoratori dipendenti statali che avranno una triste sorpresa nel calcolo della propria pensione una volta che lasceranno il posto di lavoro. Infatti, per 732mila lavoratori che andranno in pensione nei prossimi anni e per 31.500 solo nel 2024, si prospetta un ricalcolo della quota dei contributi versati nel sistema retributivo. Il ricalcolo è penalizzante rispetto al calcolo previsto senza la modifica dell’articolo 33 della bozza della Manovra 2024.

La norma prevede una penalizzazione da attuare sull’aliquota di rendimento dei contributi versati nel sistema retributivo da parte degli interessati, essenzialmente i contributi datati dal 1981 al 1995. I sindacati stimano una perdita dell’assegno fino al 25 per cento del mensile calcolato senza la penalizzazione introdotta dal governo di Giorgia Meloni.

Pensioni chi esce prima paga: chi sarà penalizzato nel 2024?

Interessati al taglio delle pensioni sono i lavoratori che versano alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cos), alla Cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug) e alla Cassa per le pensi degli insegnanti di asilo e delle scuole elementari parificate (Cpi). Per tutti, il governo è arrivato alla conclusione che, per il 2024, la penalizzazione scatta se si tratta di uscite con la pensione anticipata. Ovvero, per gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi versati e per le donne un anno in meno. Se, invece, si va in pensione con la vecchiaia dei 67 anni e almeno 20 anni di contributi, il ricalcolo non c’è. Ma solo per il prossimo anno o forse per i prossimi due.

Tagli pensione per medici, infermieri, enti locali, docenti scuole materne ed elementari e ufficiali giudiziari

Si tratta di una soluzione tampone data l’introduzione della nuova norma e, soprattutto, per l’agitazione di medici e infermieri che hanno già annunciato lo sciopero per il prossimo 5 dicembre.

A dire il vero, per il governo non si tratta di un grosso sacrificio, in termini di risorse da compensare. Conti alla mano, nel 2024 la nuova norma produrrebbe appena 11,5 milioni di euro di risparmi per le casse statali. Poca roba rispetto ai 463 milioni di euro di risparmi nel 2030 e, soprattutto, all’oltre un miliardo del 2034 e ai più di due miliardi del 2042. In effetti, la soluzione tampone potrebbe valere solo per il prossimo anno o, al massimo, per il biennio, prima di intervenire integralmente nel calcolo delle future pensioni.

Per i prossimi due decenni si arriverà a 732.000 lavoratori di questi comparti della Pubblica amministrazione interessati dai tagli alle pensioni. La norma arriva a toccare le uscite dei lavoratori statali, peraltro già interessati – insieme ai dipendenti del settore privato e degli autonomi – ai tagli della quota 103 del 2024 (pensione ricalcolata interamente con il sistema contributivo) e dell’opzione donna, il cui ricalcolo è previsto da sempre.