Giorgia Meloni ha fatto personalmente gli auguri a Javier Milei per la sua elezione a presidente dell’Argentina. Come si legge in una nota emanata da Palazzo Chigi, la premier ha avuto oggi un colloquio telefonico con il neo leader di Buenos Aires.
Un’occasione, per la presidente di Fratelli d’Italia, di porgere “le proprie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro”. Durante la telefonata, Meloni ha sottolineato come l’Argentina sia “una nazione a cui siamo legati da profondi legami storici e culturali, e in cui vive la più grande comunità di italiani all’estero”.
Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell’attuale contesto internazionale.
Elezione Milei, le reazioni della politica italiana: prima di Meloni, l’esultanza di Salvini. Fidanza (FdI-Ecr): “Cavalcata straordinaria”
Anticipando Meloni, il primo esponente della politica italiana a commentare i risultati provenienti dall’America meridionale è stato il leader della Lega Matteo Salvini. Il vicepremier ha formulato anch’egli un breve messaggio di “congratulazioni” e l’augurio di “buon lavoro” a Javier Milei.
Il capodelegazione di FdI-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, parla di una “cavalcata straordinaria” da parte dell’ultraliberista di destra.
Dopo anni di regime populista di sinistra e la solita campagna di odio e menzogne, l’Argentina volta pagina. Una cavalcata straordinaria partita dal nulla e nutrita dall’amore di un popolo che si è finalmente risvegliato. Probabilmente Milei farà discutere per alcune posizioni e capiterà anche a noi di non essere d’accordo con lui. Ma vedere le facce distrutte dei nemici della libertà in America Latina e della sinistra di casa nostra non ha prezzo.
Anche Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia, co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento Ue, esprime il suo compiacimento in una nota.
La vittoria di Javier Milei, cui vanno le mie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro, è una bella notizia perché interrompe lo scivolamento a sinistra del continente latino americano. Gli argentini si sono espressi chiaramente contro l’arruolamento della loro nazione nel club dei Brics, dominato da Cina e Russia, su cui stava lavorando la sinistra peronista. Con Milei l’Argentina resta nel novero delle nazioni libere e democratiche.
L’eurodeputato sottolinea di aver avuto “modo di conoscere il presidente Milei due anni fa” personalmente. Lo descrive come “un economista brillante e preparato”, le cui “capacità e idee programmatiche possono consentire a questa nazione, che ha tanti legami con l’Italia, di liberarsi da una stagnazione economica causa anche di instabilità sociale”.
Il successo di Milei è arrivato nonostante i media della sinistra abbiano cercato in tutti i modi, secondo un copione già visto tante volte, di sminuire il suo programma e di ridurre la figura del neo presidente a una caricatura. Un risultato elettorale importante, frutto anche dell’alleanza strategica con la terza classificata nel primo turno elettorale, Patricia Bullrich, dimostrando che quando il centrodestra è unito vince.
Borghi (Iv): “Populismo di destra vince su quello di sinistra”
Il senatore di Italia Viva Enrico Borghi guarda alla vittoria di Milei da un’altra prospettiva. L’ex Pd sottolinea come “ogni volta si oppone un populismo di sinistra a uno di destra, vince il secondo“.
Una questione che dovrebbe far riflettere “i teorici del ‘campo largo'”: in Italia, a detta di Borghi, “il populismo lo abbiamo già vissuto e lo stiamo vivendo: con una ruspa, con un apriscatole o con lo Stato che paga tutto a tutti”.
L’unica strada per evitare che il populismo dilaghi è il sentiero, stretto e necessario, del riformismo. Auguri non retorici all’Argentina, perché di auguri ne ha davvero bisogno.