In Francia la popolazione è in allerta per la diffusione di uova contaminate in oltre 400 comuni, compresa la capitale Parigi. A dare l’allarme è il quotidiano Le Parisien, che rilancia l’avviso diramato dall’Agenzia sanitaria regionale (Ars) dell’Ile de France.

Sotto la lente d’ingrandimento dell’allerta sanitaria sono finiti in particolare i prodotti degli allevamenti domestici di galline. Si parla di un’alta concentrazione di sostanze inquinanti e tossiche, dannose per la salute umana.

Vietato, dunque, consumare questi alimenti, con donne in gravidanza e bambini identificati come principali membri della popolazione più a rischio.

Uova contaminate in Francia, perché gli allevamenti domestici sono a rischio

Il quotidiano parigino cita le conclusioni tratte da uno studio scientifico, che ha individuato una “contaminazione generalizzata” della materia prima. A Parigi e nei dipartimenti dell’hinterland persisterebbero “inquinanti organici nei terreni e nelle uova di galline da allevamenti domestici”.

C’è un motivo preciso per cui gli allevamenti domestici sono più a rischio: nutrendosi al suolo, le galline hanno più probabilità di ingerire vermi e larve che possono trasportare gli inquinanti. Negli allevamenti commerciali, invece, il contatto con il suolo può essere evitato tramite alcune precauzioni.

Nel suo comunicato, l’Agenzia sanitaria regionale parla di “diossine, furani, policlorobifenili e perfluoroalchiliche (Pfas)” potenzialmente presenti nelle uova. L’istituzione competente sottolinea come il consumo regolare, “più volte alla settimana e per diversi anni”, di uova prodotte nei pollai domestici possa comportare “una sovraesposizione agli agenti inquinanti rispetto alla popolazione generale”. Ciò provocherebbe dunque “un aumento del rischio di sviluppare effetti sulla salute”.

Il consumo delle uova in questione può provocare malattie croniche

Le restrizioni interessano l’agglomerato di Parigi: 410 comuni, inclusa la capitale e tutto il circondario.

La raccomandazione riguarda l’intera popolazione, con particolare attenzione a bambini e donne incinte. “Possibile”, ma comunque “particolarmente sconsigliato”, il consumo di uova provenienti da pollai domestici meno di una volta alla settimana per il resto della popolazione.

Gli inquinanti rilevati, spiegano le autorità, hanno “un potenziale effetto di disturbo endocrino che può provocare malattie croniche e agire sullo sviluppo delle funzioni riproduttive e immunitarie“.