Bufera sul consigliere della Regione Veneto Stefano Valdegamberi, dopo che ha pubblicato un post sulle sue pagine social, nel quale non condivideva le affermazioni di Elena, sorella di Giulia Cecchettin, assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
Il consigliere, eletto nella lista di Zaia e appartenente al Gruppo Misto, si trova al centro di ampie critiche, soprattutto da parte delle opposizioni, che ne chiedono le dimissioni. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia si è subito dissociato da quanto detto da Valdegamberi.
Omicidio di Giulia Cecchettin, Valdegamberi contro la sorella Elena: “Non c’è più libertà di parola. Io ho espresso la mia opinione”
Stefano Valdegamberi ha pubblicato un post sulle sue pagine social a seguito della partecipazione di Elena Cecchettin alla trasmissione Dritto e Rovescio di ieri, 19 novembre. Il Consigliere ha duramente criticato la ragazza e ha parlato di “recita” e di “messaggio ideologico costruito ad hoc”. Subito sono esplose le polemiche e le minacce di morte al politico veneto, che commenta così ai giornalisti di TAG24.
D: Consigliere Valdegamberi volevano farle alcune domande riguardo le sue dichiarazioni sulla sorella di Giulia Cecchettin, Elena. Quali sono le sue posizioni al riguardo? Le opposizioni chiedono le sue dimissioni.
R: Non c’è più libertà di parola e di pensiero. Lei crede che io abdichi al mio pensiero? Ho espresso la mia opinione, e molti la pensano come me, rispetto l’opinione degli altri. Però, ho anche il dovere di dissentire quando uno dice che noi tutti perché siamo uomini siamo violenti, siamo dei violentatori, degli stupratori. Io non mi sento né stupratore né violentatore, ho sempre rispettato le donne, ho una famiglia, ho figli. Quindi, chi ha avuto a che fare con me sa che sono una persona che ha grande rispetto per gli altri, soprattutto per le donne e nessuno può criticare nulla. Non mi va che si risponda a un problema, certamente grave, con della ideologia. Io le ideologie non le ho mai accettate e se c’è un problema grave è la mancanza di valori, di rispetto. Si confonde l’amore, che è dare all’altro, cercare il bene dell’altro, con l’egoismo, che è cercare il bene proprio, affermazione propria. E questa è una grave carenza che non viene mai spiegata, non sono mai educati i giovani. Abbiamo dei giovani abituati a sentirsi dire sempre di sì, aver sempre ragione, molto edonisti e molto narcisisti. I genitori stessi non dicono mai di no ai figli, gli danno sempre ragione, addirittura, attaccano anche i professori quando rimproverano i figli a scuola. Per questo abbiamo creato dei veri mostri in casa.
D: Ciò significa che non è tornato sui suoi passi? Perché ha cancellato i post social?
R: Ho cancellato il post solamente da Instagram, perché arrivavano minacce di morte, qualcuno l’ho già segnalato e ne ho preso nota. M è solo per sicurezza. Su Facebook l’ho lasciato perché lì è più ragionevole. Dato che su Instagram mi sono arrivate due o tre minacce di morte, ho deciso di non lasciar spazio a imbecilli.
D: Quindi lei di Elena Cecchettin cosa pensa?
R: Io ho espresso solo un parere diverso. Mi sarei aspettato un giudizio diverso. Quando uno cerca di sollevare la responsabilità da un omicida, per dire che la colpa è della società… va beh (questo è il risultato (sottinteso)). Poi ho fatto la battuta. Volevo capire quale fosse la sua personalità e l’ho cercata sui social, per capire chi è. Ho visto molte immagini sataniche e un suo commento che diceva “Questa è la più bella immagine di Lucifero che ho” contenta lei… io non so, non giudico. Dico solo che se questi sono i valori alternativi, a quelli del pulpito da cui lei fa la predica, alzo le mani e non aggiungo altro.
D: È come se il suo post sia stato frainteso?
R: Io sono uno che dice quello che pensa, non sono abituato a fare politically correct. A me questa sua affermazione non è piaciuta. Quindi, ho detto solo che non la condivido e basta. Non vedo quale sia il problema, non capisco quale sia la cosa di dover accettare per forza tutto e tutti. Non la condivido punto. Questo, non vuol dire che non rispetti, anzi lo trovo molto offensivo per la persona che è morta, perché a sollevare dalla responsabilità l’omicida è grave.