Direttamente da Roma, lo chef Alessandro Santarelli ha portato la sua cucina in Lussemburgo. Non solo, attraverso i canali social si è fatto conoscere in tutto il mondo e le sue ricette sono ormai internazionali.
Su Instagram vanta di oltre 240 000 follower con cui interagisce con video di circa 1 minuto e mezzo in cui diffonde i suoi piatti gustosi e veloci da preparare.
Chef Alessandro, dall’Italia a Lussemburgo: cosa fa e perché è famoso
Seguendo lo chef Alessandro sui social, sempre più curiosi di conoscerlo, noi di Tag24 lo abbiamo contattato per avere qualche notizia in più sulla sua vita professionale. Ecco cosa ha raccontato ai nostri microfoni il professionista.
Come mai hai deciso di lasciare l’Italia ed hai scelto di iniziare un nuovo capitolo in Lussemburgo?
La verità è che oggi al contrario di tanti anni fa con l’aiuto dei social hai più possibilità di farti conoscere in tutto il mondo, quindi, se hai delle capacità è molto facile che ti vengano proposte diverse offerte fuori dall’Italia dove gli Chef Italiani sono i più ambiti e, a parer mio, i più bravi. Faccio progetti per tre o quattro mesi dove ho la possibilità di insegnare il mio metodo e i miei piatti a chi crede in me.
Con il passare del tempo non solo hai ottenuto un grande successo con i tuoi piatti e ricette ma anche sui social, qual è il segreto?
Vedi la cucina nasce semplice, tutte le ricette più famose al mondo sono semplici “facili facili”: padella, pentola, coperchio e al massimo una paletta in legno. Poi è nata la moda di rivisitare questi piatti e renderli complicati con ingredienti vari e attrezzature da capogiro. Quindi, anche in tv viene proposta una cucina dove il messaggio è questo: “Se vuoi essere bravo devi usare questi costosissimi ingredienti (a volte chimici) e queste costosissime attrezzature”. La cucina è un grande business, prima si creano le attrezzature e poi si fanno le ricette per farle utilizzare.
Invece il mio messaggio è: “la cucina è per tutti” e se vuoi cucinare bene basta una pentola e un coperchio! Le persone hanno provato le mie ricette, anche chi non sapeva accendere il fornello del gas, e sono rinate. Ricevo migliaia di messaggi del tipo: “Chef ti ringrazio sei riuscito a farmi cucinare” ed è la cosa più bella al mondo.
Non faccio video per far vedere quanto sia bravo o fare dei video-montaggi di ricette improponibili e mute, mi sforzo e mi concentro in quel minuto e trenta per far capire a chi neanche sa accendere un fornello che quella ricetta anche complicata la può fare anche lui, con ingredienti che si trovano ovunque e attrezzature minime che tutti abbiamo in casa. Ed il bello è che lui la fa e gli riesce anche. Spettacolare direi.
Qual è il tuo cavallo di battaglia?
Ce ne sono tanti direi…ma i complimenti che ricevo per la parmigiana sono tantissimi.
La cucina dello Chef Alessandro in tv
Hai mai pensato di fare televisione cucinando?
Credimi non ci penso, il mio lavoro mi dà tante soddisfazioni ma non escludo nulla e valuto sempre bene qualsiasi offerta mi venga fatta.
Cosa risponderesti ad Alessandro Borghese se ti dovesse scegliere per uno dei suoi programmi di cucina?
Accetterei senza dubbio, perché no, ma a patto che mi sia data la possibilità di fare “cosette facili facili” vincerei a mani basse.
Progetti futuri
Nel tuo futuro c’è un ritorno a Roma?
Assolutamente sì, l’Italia è la più bella del mondo e Roma è il mio amore.
Ricette work in progress?
Ricette per le mamme e i single , studio ricette soprattutto per loro visto che ormai abbiamo dei ritmi assurdi. Tanto lavoro, tantissimi impegni e si arriva alla cena stanchi e con poco tempo per cucinare.
Quindi voglio tramandare ricette veloci e genuine.
Progetti futuri?
Tantissimi…uno su tutti è riuscire insieme ad altri colleghi a cambiare il mondo della cucina.
Un cuoco non è uno schiavo ma un professionista che fa il lavoro più difficile del mondo e deve essere rispettato per questo. Basta orari assurdi, basta pensare che chi è cuoco non può avere del tempo libero da trascorrere con le persone care come Natale o weekend.
Discorsi di questo tipo in TV non vengono fatti perché nessuno vuole cambiare questo sistema sbagliato di sfruttamento dei giovani. Insieme ad altri o da solo porterò avanti questo progetto senza compromessi.
In cosa consiste il progetto?
Per portare avanti questo progetto c’è bisogno dell’unione di tante persone, quindi di colleghi e chef che sensibilizzino questa campagna. Sto creando una mappa dove il cliente saprà se quel ristorante ha aderito a questa iniziativa.
Al ristoratore verrà chiesto se aderire o no, in caso affermativo dovrà inserire semplicemente la timbratura del cartellino del personale e nella mappa avrà un semaforo verde. Se non aderisce, nella nostra mappa verrà inserito con un semaforo rosso. Quindi bisogna far sapere alle persone e ai clienti che nei locali dove andranno si rispettano regole e contratti.
Non sarà facile, già ho ricevuto dei molti “Vediamo” ma io sono sicuro che è un buon punto di partenza.