Salta la tredicesima detassata per il 2023. La nuova legge di bilancio ha finito per non includere tale misura. Questo provvedimento avrebbe garantito un incremento della somma netta nelle buste paga dei dipendenti.

Tredicesima 2023 detassata? Tutto rinviato

Inizialmente, la detassazione della tredicesima era stata proposta come alternativa alla riforma fiscale 2023, la quale comprendeva l’estensione della flat tax incrementale a tutti i lavoratori. Questa proposta, tuttavia, fu esclusa dal Parlamento durante le fasi di revisione e modifica della legge.

Purtroppo, nonostante l’approvazione del Documento di Economia e Finanza 2023 e soprattutto della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023-2024, la detassazione della tredicesima non trova spazio nella Legge di Bilancio 2024 a partire dal 1° gennaio, principalmente a causa dei costi elevati che avrebbe comportato.

È importante notare che la riforma fiscale 2023 è una legge delega, il che significa che nonostante la chiara disposizione del Parlamento riguardante la detassazione, spetta al Governo decidere se attuarla o meno. Fino a questo momento, non sono state fornite novità per il 2024 riguardo alla detassazione della tredicesima. La misura è stata esclusa dalla bozza della Legge di Bilancio 2024 e dalla relativa riforma fiscale.

Cos’è la tredicesima?

La tredicesima mensilità è un compenso aggiuntivo che i lavoratori (e i pensionati) ricevono ogni anno in prossimità delle festività natalizie. Se inizialmente nacque come un’iniziativa discrezionale del datore di lavoro, negli anni si è trasformata in un diritto garantito dai contratti collettivi nazionali in Italia.

Attualmente, queste sovvenzioni aggiuntive sono tassate allo stesso modo delle ore lavorative standard. La detassazione proposta dalla riforma fiscale 2023 avrebbe dovuto alleggerire il carico fiscale su queste somme extra. Fino a oggi, la tredicesima mensilità è soggetta sia ai contributi previdenziali (9,19%) che alla tassazione IRPEF, conformemente all’articolo 51 del TUIR.

Per comprendere come viene tassata la tredicesima nella busta paga, è essenziale individuare l’importo lordo annuo dello stipendio stabilito nel contratto di lavoro o evidenziato nella busta paga e applicare l’aliquota IRPEF relativa a tale reddito.

Detassare la tredicesima significa escludere la tassazione da questa retribuzione aggiuntiva. Fondamentalmente, si tratta di eliminare tutte le componenti che riducono il valore finale della tredicesima a causa dell’imposizione fiscale.

Nel 2024, l’ulteriore agevolazione sarà garantita tramite il taglio cuneo fiscale 2024, noto anche come bonus lavoratori dipendenti, per i redditi fino a 35.000 euro. Tagli e agevolazioni erano già stati introdotti nel 2023. Al contrario, per approfondire gli aiuti destinati ai dipendenti pubblici, è consigliabile consultare la guida relativa al bonus specifico per questo settore. La riforma fiscale 2024 non include la tanto sperata detassazione della tredicesima. Si conferma solo la tassazione agevolata per i premi di produttività destinati ai lavoratori dipendenti.

Quanto potrebbe entrare in vigore la detassazione della tredicesima?

Quali sono i cambiamenti previsti per la tredicesima tra il 2023 e il 2024? Al momento, non ci saranno modifiche né per la tredicesima del 2023 né, per ora, per quella del 2024. Le specifiche relative a questa misura saranno definite in futuro dall’Esecutivo, probabilmente tramite successivi Decreti.

La tredicesima detassata, proposta nella riforma fiscale 2023, entrerà in vigore una volta che il Governo, dopo l’approvazione definitiva della norma, emanerà uno o più Decreti Legislativi per regolamentare la misura. Si ricorda che il Governo ha due anni di tempo (fino al 2025) per definire la materia.

Per quanto riguarda la riforma fiscale 2024, al momento questa detassazione non è stata contemplata. La riforma fiscale 2024, per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente, prevede delle novità all’interno della “riforma IRPEF 2024” allegata.

Tra le disposizioni, il Parlamento prevede una revisione e semplificazione dei dettami in merito alle somme escluse dall’imponibile, con particolare attenzione alla mobilità sostenibile, alla previdenza complementare, all’efficienza energetica, all’assistenza sanitaria, alla solidarietà sociale e ai contributi agli enti bilaterali.

Tra le novità vi sono anche la no tax area per pensionati e dipendenti e modifiche sulle detrazioni e deduzioni fiscali. Tuttavia, è stato scartato il progetto di estendere la flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti.