Con il messaggio n. 4050 del 15 novembre 2023, l’INPS ha comunicato l’attuazione anticipata del conguaglio della rivalutazione che sarà applicato alla pensione di dicembre anziché a gennaio 2024, come originariamente previsto dalla normativa. Andiamo a scoprire come funziona.
Pensioni, conguaglio rivalutazione dicembre 2023
Questa operazione consiste nel “restituire” ai pensionati lo 0,8% di differenza tra il tasso di rivalutazione provvisorio utilizzato all’inizio dell’anno, pari al 7,3%, e quello definitivo, accertato successivamente dall’Istat e pari all‘8,1%. Questa correzione riguarda non solo le pensioni, ma anche i trattamenti assistenziali come la pensione d’invalidità civile e l’assegno sociale, beneficiando complessivamente di tale incremento ben 21 milioni di prestazioni.
Tuttavia, non tutti riceveranno un aumento completo dello 0,8%. Le regole di rivalutazione applicate a gennaio scorso saranno seguite anche per questo conguaglio. Pertanto, chi percepisce un assegno superiore a 4 volte il trattamento minimo (calcolato in base ai valori del 2022) sarà soggetto a una percentuale di incremento ridotta.
La spiegazione dell’Inps
L’INPS, come chiarito nel suddetto comunicato, effettua con il conguaglio una doppia operazione:
- aggiorna i trattamenti dalla mensilità di gennaio 2023;
- calcola gli importi arretrati dalla mensilità di gennaio 2023.
Questa prassi significa che sia il rateo di dicembre sia la tredicesima mensilità vengono adeguati al nuovo importo e, simultaneamente, viene erogato un assegno con gli arretrati per le 11 mensilità non percepite. È importante notare che lo 0,8% – o la percentuale ridotta per chi supera le 4 volte il trattamento minimo – viene applicato sull’importo della pensione aggiornato a dicembre 2022, non su quello attuale.
Supponiamo, ad esempio, una pensione che lo scorso dicembre ammontava a 1.000 euro e che è aumentata a 1.073 euro a seguito dell’incremento del 7,3%. Con il conguaglio, si aggiungono ulteriori 8 euro, corrispondenti allo 0,8% mancante sull’importo di dicembre dell’anno precedente.
La normativa prevede un sistema più penalizzante per i pensionati con un assegno superiore a 4 volte il trattamento minimo, con percentuali che scendono fino al 32% per coloro che superano di 10 volte il trattamento minimo.