67 anni, originaria della Calabria: chi è Francesca Romeo, la dottoressa della Guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte uccisa a colpi di fucile mentre stava rincasando col marito Antonio Napoli. Per la sua morte – un vero e proprio agguato in stile mafioso – non si esclude nessuna pista.
Chi è Francesca Romeo, uccisa a colpi di fucile in Calabria mentre stava rincasando col marito
Francesca Romeo aveva 67 anni e lavorava come dottoressa presso la Guardia medica del piccolo paese in cui viveva insieme al marito Antonio Napoli, anche lui medico. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, poco dopo la fine del turno, è stata uccisa mentre rincasava in macchina.
La vettura, una Peugeot 3008, stava percorrendo la strada provinciale che collega Santa Cristina in Aspromonte a Taurianuova, in provincia di Reggio Calabria, quando sarebbe stata presa di mira dal killer, che a distanza ravvicinata avrebbe sparato alla donna e al marito con un fucile, probabilmente una lupara.
La 67enne, raggiunta alla testa, è morta sul colpo. Il marito invece è rimasto ferito a un braccio. Dell’agguato, però, sembrerebbe non ricordare nulla. Nelle prossime ore sarà risentito dagli investigatori che lavorano al caso. In serata sarà poi effettuata l’autopsia sul corpo della vittima.
Tra poco Romeo sarebbe andata in pensione. Sul luogo di lavoro, ma anche fuori, era stimata e benvoluta da tutti. Chi ha sparato avrebbe puntato proprio a lei. Avrebbe atteso l’auto dietro a una curva, sistemandosi in posizione frontale rispetto al posto del passeggero, dove lei era seduta. Poi, dopo aver sparato, si sarebbe dato alla fuga a piedi, per le campagne.
È giallo sull’agguato: tante le ipotesi al vaglio di chi indaga
Il suo omicidio ha tutta l’aria di essere un agguato in stile mafioso. Romeo e il marito, però, sarebbero estranei a questi ambienti. Per questo chi indaga non esclude, al momento, nessuna pista. C’è quella relativa ad alcuni screzi che la storica coppia, senza figli, avrebbe avuto con dei vicini per dei terreni di famiglia a Seminara.
Ma c’è anche quella secondo cui Romeo potrebbe essere stata presa di mira da un paziente o da qualcuno che, comunque, avrebbe frequentato il suo luogo di lavoro. Nelle prossime ore gli investigatori ascolteranno le testimonianze dei suoi conoscenti. L’obiettivo è ricostruire il possibile movente del delitto.
Per ora è ignoto, come ignota è l’identità del suo assassino. È possibile che la conoscesse? Cosa gli aveva fatto la dottoressa? Potrebbe entrarci qualcosa il lavoro di uno dei tre fratelli, ispettore di polizia in pensione? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui bisognerà rispondere per fare luce sulla vicenda, che a Santa Cristina ha lasciato tutti sgomenti.
Il cordoglio per la vittima
La frazione di Sant’Anna, di comune accordo con l’amministrazione comunale, ha fissato per oggi alle 19 una fiaccolata in suo ricordo.
Una vicenda terribile, atroce e assurda. Non si può perdere la vita dopo aver svolto il proprio turno di lavoro. Gli organi competenti, ai vari livelli, devono affrontare e contrastare con maggiore forza e determinazione ogni forma di violenza che quotidianamente accade, senza limitarsi ad iniziative sterili ed occasionali con poca efficacia,
ha fatto sapere nelle scorse ore il sindaco di Seminara Giovanni Piccolo, esprimendo vicinanza e solidarietà alla famiglia della vittima. Alle sue parole – riportate da diversi quotidiani locali – hanno fatto eco quelle di molti altri esponenti della politica calabrese. In tanti hanno messo in evidenza il fatto che Romeo fosse membro della comunità medica, sempre più esposta ad attacchi di violenza di ogni tipo.
È un tema su cui si è tornati molto, di recente e che richiede misure urgenti. Ne parlavamo in questo articolo, scritto a pochi giorni dall’omicidio della psichiatra Barbara Capovani per mano di un ex paziente con disturbi a Pisa, alla fine di un normale turno di lavoro: Psichiatra uccisa, l’allarme dei medici: “È emergenza nazionale”. Il 3 maggio fiaccolata a Pisa.