Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si conferma critico su Salario minimo e Manovra. È tra gli ospiti del programma “In mezz’ora” condotto da Monica Maggioni su Rai 3 e, per chiarire le perplessità degli industriali, presenta anche numeri e percentuali da trasformare poi in dubbi. Ai saluti, e visto l’approssimarsi del termine del proprio mandato, c’è anche un pensiero per il suo successore:
Sarà sicuramente una persona valida. Storicamente, Confindustria ha saputo esprimere figure importanti.
Bonomi conferma le perplessità su Manovra e Salario minimo
Sviolinate a parte, Bonomi interviene subito dopo la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, e allora non può che essere interpellato sul Salario minimo.
Un tema – dice – che non riguarda Confindustria. Se stiamo a guardare il nodo del contendere, la soglia dei famosi 9 euro lordi, i contratti di Confindustria sono tutti superiori a questo livello, quindi la cosa non ci riguarda. C’è un problema? Sappiamo dove? Bisogna avere la volontà politica di trovarlo.
Il numero uno degli industriali punta allora il dito su
finte cooperative, servizi e commercio. Li conosciamo i settori in cui le paghe sono basse.
Il numero uno degli industriali: “Nessuno stimolo per gli investimenti”
Si passa allora alla Manovra, della quale la Schlein, prima di Bonomi, ha sottolineato: “Ha scontentato sindacati e Confindustria. Ci vuole talento“. Difatti lo stesso presidente di Confindustria torna a ripetere quanto detto nei giorni scorsi:
Giudichiamo positivamente la conferma del taglio del cuneo fiscale, anche se l’avremmo voluto strutturale, e troviamo ragionevole il taglio dell’Irpef. Ma la Manovra è incompleta per quanto riguarda la parte di stimoli agli investimenti, che nel 2021 erano pari al 20,7%, dunque cresciuti, l’anno scorso erano aumentati del 10%, quest’anno siamo a zero.
E in un’economia planetaria in cui le prime potenze mondiali, Stati Uniti e Cina, investono miliardi e miliardi di dollari, dice Bonomi:
è impossibile rimanere competitivi.