Case green, con l’avvicinarsi dell’adozione della Commissione europea della direttiva che obbligherà gli Stati membri ad intervenire per assicurare la riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti dagli immobili, sono vari i quesiti che pongono i proprietari di immobili. I dubbi riguardano innanzitutto le possibili sanzioni per chi non faccia fare gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico previsti dalla nuova normativa in arrivo.

Inoltre, i dubbi riguardano anche le attestazioni energetiche che andranno a certificare lo svolgimento di interventi di riqualificazione in tal senso. La preoccupazione di molti proprietari di immobili riguarda, infine, la possibilità di ricevere agevolazioni e bonus a copertura, almeno parziale, delle spese da sostenere per far eseguire i lavori.

Case green: obbligo di lavori e sanzioni per i proprietari, attestazioni energetiche e bonus per coprire le spese

Ai dubbi sulla nuova direttiva sulle Case green, stanno per arrivare risposte dalla versione definitiva della norma Energy performance of buildings directive (Epbd), attesa all’adozione nel prossimo mese di dicembre. Rispetto all’impianto originario è cambiato in primis l’articolo 9, quello che prevedeva scadenze per i proprietari con immobili nelle classi energetiche più indietro (la “F” e la “G”) nel passaggio alle classi “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033.

Nell’ultima versione della bozza della direttiva, i Paesi membri saranno liberi di disporre come arrivare a obiettivi (ancora da quantificare nella riunione del 7 dicembre prossimo) di riduzione delle emissioni di CO2 dagli immobili, stabilendo anche un sistema di qualificazioni energetiche e di aiuti, nel caso in cui fosse necessario.

Case green, obbligo interventi e bonus: penalizzazione proprietari dal mercato di vendita e affitto abitazioni

In base agli ultimi tavoli tecnici che si stanno tenendo a Bruxelles sulle Case green, le nuova direttiva fisserà gli obiettivi di carattere generale che dovranno essere raggiunti dai singoli Paesi membri, lasciando che gli stessi decidano anche come definire le proprie politiche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, sia residenziale che non residenziale.

A tal proposito, la direttiva non conterrà delle sanzioni che possano essere comminate ai proprietari degli immobili nel caso in cui non dovessero adeguarsi alla riqualificazione delle proprie case. Ad esempio, non conterrà misure volte a colpire la vendita o l’affitto, dichiarandone il divieto. Tuttavia, la Commissione europea vigilerà sull’applicazione della direttiva. Ma ciò non toglie – e se n’è parlato a lungo nei mesi scorsi – che gli immobili non conformi agli obiettivi energetici della nuova direttiva possano subire una riduzione evidente del proprio valore di mercato in caso di vendita o di affitto.

Sistema di certificazione energetica, le novità in arrivo

Il secondo dubbio che interessa i proprietari degli immobili sugli adempimenti della nuova direttiva Case green riguarda le novità del sistema degli attestati di prestazione energetica. Nelle precedenti versioni della Epbd venivano contemplate ipotesi di armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo. In questo modo sarebbe stato possibile applicare verifiche uniforme, ma anche obiettivi più chiari tra i vari Paesi membri nel raggiungimento degli standard energetici.

Tale armonizzazione, in ogni modo, ha portato a delle discrepanze tra gli Stati membri – e anche tra le associazioni, come nel caso della caldaie – per via delle profonde differenze di misurazione degli impatti energetici. L’armonizzazione, nell’ultima versione della direttiva Case green, è quindi sparita e non ci sarà più. Inoltre, la durata delle certificazioni rimarrà di dieci anni e non scenderà a cinque anni, come era stato proposto.

Bonus edilizi per la riqualificazione energetica: ecco a chi andranno

Sul tema dei bonus che possano aiutare le famiglie a effettuare i lavori di efficientamento energetico sulle proprie abitazioni, l’attuale articolo 15 della direttiva Case green sposta l’onere di trovare soluzioni in tal senso ai singoli Stati membri. Ciò significa che ciascun Paese dovrà adottare sistemi di aiuti e di bonus che possano andare nella direzione di finanziare l’efficienza energetica.

Con alcuni tratti basilari. Il primo è quello relativo al fatto che eventuali aiuti debbano andare prioritariamente alle famiglie più povere e che vivano in edifici di social housing. Altri interventi dovranno facilitare l’adozione e la fruizione dei mutui “verdi” e i prestiti inerenti la riqualificazione energetica.