Il Web3 si prospetta alla stregua di un vero affare per tutti coloro che gravitano in ambito crypto. Per poterne approfittare, però, occorre possedere competenze tecniche di rilievo e una base finanziaria su cui poter fare conto.
Ankr si propone di dare risposte in tal senso e agevolare l’ingresso di nuovi utenti in questo particolare ambito. In particolare, si pone come obiettivo una semplificazione del processo di creazione dei nodi, riducendolo a pochi clic, per le blockchain collegate. Gli operatori dei nodi non devono fare altro che versare una quota mensile alla piattaforma in cambio dei vari servizi da essa forniti.
Un’idea che ha subito destato notevole attenzione, alla luce del fatto che l’interesse per la finanza decentralizzata, nonostante il crypto winter ancora in atto, ha continuato ad essere molto forte nel corso degli ultimi anni.
Ankr: cos’è a cosa si propone
Ankr è un provider di infrastrutture blockchain che gestisce in maniera decentralizzata una serie di nodi i quali sono distribuiti a livello globale su oltre 50 reti Proof-of-Stake. A fondarlo sono stati Chandler Song e Ryan Fang, dopo aver conseguito la laurea presso l’Università della California, a Berkeley, di cui sono stati i primi partecipanti al programma “Blockchain at Berkeley”.
Il suo debutto ha avuto luogo nel 2017, partendo però da un’altra idea, molto simile a quella di Golem. In pratica si proponeva alla stregua di network di cloud computing distribuito e con l’intento di utilizzare la capacità di calcolo in eccesso su computer inattivi e offrirla a chi ne avesse bisogno, senza doversi rivolgere ad una solo fornitore, molto spesso una Big Tech.
In un secondo momento ha invece ampliato il suo raggio d’azione a tutti coloro che vorrebbero partecipare alla finanza decentralizzata, ma non posseggono risorse e competenze per poterlo fare. Molti, infatti, sentendo parlare di processo di convalida delle transazioni e delle opportunità finanziarie ad esso collegate pensano di poterlo fare, per poi scontrarsi contro un vero e proprio muro.
Come funziona Ankr
Per rendere possibile a chiunque l’opportunità di diventare un nodo all’interno di una blockchain, Ankr si incarica di semplificare il processo per i singoli o per gli sviluppatori di decine di esse, tra cui quelle di Kusama e Tron. Si tratti di lanciare un nodo completo o parziale, la sua risposta è in grado di facilitare il compito.
Chi si rivolge ad Ankr non solo evita le complesse procedure collegate alla creazione dei nodi, ma ha a sua disposizione un ulteriore servizio. Come si dovrebbe sapere, infatti, la funzione di validatore deve essere svolta nel migliore dei modi dagli incaricati. nel caso siano riscontrate mancanze, infatti, si può essere penalizzati con la confisca e la distrazione dei token messi in staking. Ankr si incarica di supervisionare la performance del nodo interessato, in modo da evitare tale epilogo.
Oltre ai nodi, la piattaforma si incarica anche di rendere più agevole l’implementazione delle applicazioni decentralizzate, mettendo a disposizione un’interfaccia intuitiva e semplice. Grazie ad essa gli sviluppatori possono interagire con catene come Ethereum, Polkadot o Polygon senza alcuna necessità di visionare documenti complessi.
Prospettive per il 2024
Ankr si affaccia al 2024 con legittime speranze di riuscire ad intercettare la possibile schiarita dopo due anni di gelata sul mercato delle criptovalute. Proprio il legame con il Web3 potrebbe in effetti agevolarne il compito.
Il proporsi come vero e proprio servizio, rivolto a coloro che vorrebbero partecipare alle opportunità create da un settore indicato dagli esperti alla stregua di una vera gallina dalle uova d’oro, fa di Ankr una soluzione tale da andare al di là del semplice aspetto speculativo rivestito da un gran numero di token.
Se, al momento il token è al 143° posto della classifica di settore, proprio l’intenzione di facilitare l’accesso a coloro che intendono trasformarsi in nodi su più blockchain potrebbe conferire nuova vitalità al suo prezzo nell’immediato futuro.