Golem è stato uno dei primi progetti lanciati sulla blockchain di Ethereum, nel corso del 2016. Ideato alla stregua di un supercomputer, si propone di stabilire un ponte tra acquirenti e venditori per ogni tipo di calcolo. Chi ne necessita per il mining di criptovalute, il rendering CGI, l’intelligenza artificiale o altro può quindi recarsi sulla piattaforma e soddisfare le proprie esigenze.
La sua semplicità ha in effetti avuto un buon riscontro di pubblico, soprattutto in un primo momento. Molti, infatti, vi hanno ravvisato un’alternativa controllata dagli utenti ai tradizionali servizi di cloud computing, gestiti invece dalle grandi aziende tecnologiche.
Golem: di cosa si tratta
Golem è stato lanciato nel corso del 2016 da Aleksandra Skrzypczak, Andrzej Regulski, Julian Zawistowski e Piotr Janiuk. Si tratta di un programma che si propone di incentivare gli utenti a frequentare un mercato destinato alla compravendita di risorse computazionali in cambio di criptovalute.
Golem intende rendere praticabile l’affitto della potenza di calcolo (CPU) in maniera decentralizzata, stabilendo un collegamento tra i personal computer posizionati in qualsiasi parte del globo. Assumendo in tal modo la veste di un supercomputer open source, quindi accessibile a chiunque, dotato di una straordinaria potenza di calcolo, impossibile anche per il singolo computer più performante in assoluto.
Grazie alla potenza aumentata in maniera esponenziale, gli utenti ricorrendo a Golem sono in grado di dare luogo a operazioni di calcolo straordinariamente complesse, ad esempio quelle connesse al mining di Bitcoin, ai software di grafica tridimensionale e così via, a costi limitati e in maneira decentralizzata.
Le caratteristiche tecnologiche di Golem
Per riuscire nel suo compito, Golem si appoggia alla Ethereum Virtual Machine, fondandosi su uno smart contract. Per quanto concerne invece il meccanismo di consenso, è stato adottato sin dall’inizio il Proof-of-Stake, che permette di operare la scelta dei nodi tra coloro che mettono in deposito i propri token.
Il token nativo della piattaforma è GNT, che è stato pre-minato in quantità pari a un miliardo di esemplari. Di questi, 820 milioni sono stati venduti in crowdfunding, raccogliendo circa 8,6 milioni di dollari. Il restante è stato invece destinato allo sviluppo del progetto.
Il funzionamento del sistema è molto semplice. Chi si rivolge a Golem si vedrà consegnare un modello di compito il quale contiene il codice sorgente da eseguire, la possibile suddivisione del compito in nodi diversi e il modo in cui impostare la verifica del risultato finale. Il compito può essere scelto tra modelli già esistenti per il network, oppure generato ex novo.
I due modelli sono:
- Clay Golem, il quale viene eseguito da una singola macchina;
- Golem Unlimited, che può essere utilizzato per una configurazione multi-nodo ideale per aziende dotate di molti computer con risorse inutilizzate.
Una volta che sia stato eseguito e pagato il compito dagli interessati, è prevista anche una fase destinata alla valutazione della r eputazione di acquirenti e venditori. Il senso è da ricercare nella necessità di individuare eventuali nodi maligni e mettere a punto una metrica in grado di aiutare a impostare al meglio l’attività del network.
Prospettive per il futuro
Golem è un progetto ormai rodato da anni di attività. Si propone come un vero e proprio servizio e fonda le sue fortune sulla domanda in tal senso, oltre che sulla capacità di soddisfarla. Si pone quindi come alternativa a servici centralizzati forniti dalle grandi aziende tecnologiche, come Google, Microsoft, Amazon e così via.
La sua forza, la voglia di liberarsi della posizione dominante delle Big Tech, è anche la sua debolezza. Molte aziende si propongono la stessa missione, da anni, con risultati non proprio straordinari, a causa della rendita di posizione che le grandi realtà sono riuscite a ritagliarsi.
Al momento, Golem staziona al 144° posto della classifica di settore. È quindi in una sorta di limbo, da cui non riesce ad elevarsi. La speranza è naturalmente quella di poterlo fare in un futuro più o meno prossimo.