La riforma fiscale prevede nuove regole per la no tax area: cosa cambia nel 2024? Intanto, occorre aver ben chiaro il concetto di no tax area, ovvero sapere cos’è la fascia di esenzione fiscale che permette, solo ad alcune e ben determinate categorie, di non pagare le tasse.

La soglia, attualmente, è variabile a seconda che i redditi siano da lavoro o da pensione. Non si deve intendere la no tax area solo come una fascia di esenzione dal pagamento dell’Irpef. Esiste anche una sorta di no tax area universitaria, nella quale confluiscono gli studenti che hanno un valore Isee entro il limite stabilito entro cui non si pagano le tasse.

Vediamo quali sono i redditi esenti da Irpef e cosa cambia nel 2024.

Cos’è la no tax area

La no tax area è una fascia in cui non si pagano le tasse, dedicata a tutti i contribuenti che percepiscono redditi fino ad una determinata soglia. Chi rientra in questa fascia di reddito è esente dal pagamento delle tasse. Si tratta, in modo specifico, di una parte di reddito da lavoro o da pensione su cui non pesa l’Irpef.

Durante gli anni passati, questa fascia esentasse è molto cambiata. La riforma fiscale del 2024 conferma la strada intrapresa per una graduale equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e da pensione.

L’istituzione di una fascia unica si basa sul principio di equità orizzontale, secondo cui i contribuenti che si trovano nelle stesse condizioni debbano essere sottoposti allo stesso carico fiscale. Perché è prevista una no tax area? È stata introdotta per escludere l’applicazione di tassazione per chi ha redditi sotto la soglia della sussistenza.

Con il passare del tempo, la no tax area è stata rimodulata, grazie all’introduzione di detrazioni per lavoro dipendente, autonomo e da pensione, in modo tale che le stesse diminuissero all’aumentare del reddito.

Chi rientra nella no tax area

Nella no tax area, ovvero nella fascia esentasse, rientrano i contribuenti con reddito da lavoro autonomo, dipendente e anche i pensionati. Naturalmente, per rientrarvi e per non pagare l’Irpef, è necessario percepire un reddito fino ad una determinata soglia.

Bisogna precisare, però, che non rientrano i redditi sottoposti a Irpef come quelli fondiari, dei fabbricati e terreni, di capitale, di impresa e redditi diversi.

Nel 2023, la zona di esenzione fiscale varia in base alle diverse categorie di contribuenti. Ecco quali sono le soglie attualmente in vigore:

  • Per i lavoratori dipendenti, reddito pari a 8174 euro;
  • Per i pensionati, reddito pari a 8500 euro;
  • Per i lavoratori autonomi, reddito pari a 5500 euro.

Oltre alle suddette, è anche prevista un’altra soglia per le famiglie monoreddito, formate da due genitori e due figli, tenendo anche in considerazione le detrazioni per i familiari a carico. In questo caso, la soglia di esenzione è fissata a 16.500 euro.

Come cambia nel 2024

La riforma dell’Irpef, per il 2024, prevede anche un cambiamento della no tax area. La soglia viene fissata nel limite di 8500 euro per tutti, a partire dal 1° gennaio 2024.

Ricordiamo che a partire dal 2024 cambieranno gli scaglioni Irpef, stabilendo un’unica no tax area per tutti i tipi di reddito che rientrano nella soglia di 8500 euro.

In base alla riforma dell’Irpef verranno accorpati i primi due scaglioni Irpef, con l’aliquota del 23%, per i redditi fino a 28.000 euro. Sono previste, poi, le aliquote del 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro. Infine, una terza e ultima fascia con aliquota del 43%, per i redditi oltre 50.000 euro.

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