Giornata decisiva per l’Argentina: oggi 19 novembre il ballottaggio deciderà chi sarà il prossimo presidente, se il peronista Sergio Massa (ex ministro delle Finanze) o l’anarco-libertario di destra Javier Milei. Dopo il primo turno di 2 settimane fa i candidati si sono affrontati senza esclusioni di colpi: a seconda di chi vincerà, l’Argentina avrà comunque un futuro pieno di incognite.
Elezioni presidenziali 2023 in Argentina, chi sono i candidati al ballottaggio
Due personaggi agli antipodi, ma accomunati (forse) da un unico destino: evitare che l’Argentina cada nell’ennesimo default economico (l’8° da quando nel 1816 il paese si rese indipendente). Javier Milei e Sergio Massa hanno stili ed approcci diversi, ma hanno rappresentato per gli elettori argentini il meglio (del peggio) possibile che la piazza politica ha offerto loro.
Se di Milei ci si ricorda la motosega brandita durante molti comizi o l’idea di bruciare dalle fondamenta la Banca argentina, di Massa si possono citare le misure che cercavano di costringere le imprese e i cittadini ad usare il peso argentino nelle loro transazioni (chi pagava in dollari americani subiva una tassazione maggiore anche del 30%, come nel caso del “Coldplay dollar“).
I voti che la candidata arrivata terza al primo turno (i 6,3 milioni di votanti che avevano scelto Patricia Bullrich, del centrodestra) fanno gola sia a Massa sia a Milei e i due politici hanno fatto a gara nel chiedere che oggi 19 novembre ogni buon argentino faccia il proprio dovere civico.
Il quesito principale però rimane uno: chi verrà punito? Il peronismo e l’establishment rappresentato da Massa, che fa leva sul senso di responsabilità anche agli occhi dei mercati mondiali, o la volontà di punire una classe politica corrotta ed inefficiente come va dicendo da mesi Milei?
Quali sono i programmi politici di Sergio Massa e Javier Milei?
Ci si aspetta che oggi 35 milioni di argentini vadano oggi alle urne e ci sono le possibilità che i risultati del primo turno non vengano confermati: Massa aveva ottenuto il 36,7% dei voti contro il 29,9% di Milei. Questi, insieme alla sorella, ha già denunciato l’esistenza di brogli elettorali senza però addurre prove a sostegno della sua tesi.
Cresce quindi la tensione fra i due schieramenti, ma soprattutto in quello di Milei. Nei suoi ultimi messaggi politici l’esponente di La Libertad Avanza ha abbandonato i suoi toni bellicosi e i video generati con l’Intelligenza Artificiale per un messaggio generico ma calmo, fatto di fiducia nel futuro dell’Argentina.
Per accattivarsi gli elettori moderati (rappresentati da Bullrich e Macri, ex presidente), Milei ha affermato che la sostituzione del peso argentino con il dollaro o l’abolizione del welfare state sono bugie messe in campo da Massa e dai suoi alleati.
Massa, dal canto suo, più che far leva sui suoi risultati politici (molto magri a dire il vero: inflazione annuale del 143%), chiede senso di responsabilità agli argentini, paventando il crollo del regime democratico in caso di vittoria del suo rivale.
Per un elettorato stanco di false promesse e di un’Argentina che deve sperare nella benevolenza del potente di turno (USA, FMI o Brasile), si tratta di scegliere se punire fino in fondo chi ha gestito fin troppo allegramente le finanze del paese o evitare pericolosi salti nel buio.