Nell’ennesima giornata di attacchi contro Gaza, Israele ha condotto un attacco aereo contro la scuola di al-Fakhoura, gestita dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa), uccidendo “almeno 50 persone”, stando alle notizie riportate da un funzionario sanitario. Sono subito circolate su internet immagini di corpi, ricoperti di sangue o di polvere, riversi sul pavimento dell’edificio, dove erano stati collocati dei materassi. La scuola, situata nel campo profughi di Jabalia e utilizzata come rifugio per i gazawi, era già stata colpita a inizio novembre.

Israele, attacco aereo contro una scuola gestita dalle Nazioni Unite a Gaza, oltre 50 morti

Un altro attacco, avente come obiettivo un edificio dello stesso campo, ha portato alla morte di 32 persone della stessa famiglia, tra le quali erano presenti 19 bambini. Un attacco aereo lanciato durante la notte dalle Forze di difesa israeliane contro tre edifici a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, ha comportato la morte ha comportato la morte di 64 persone.

Il bilancio delle vittime, dal 7 ottobre, necessita, purtroppo, di essere aggiornato nuovamente. Ad oggi, sarebbero oltre 16mila i palestinesi rimasti uccisi negli attacchi di Israele, tenendo conto anche delle 3.750 persone che mancano all’appello, per le quali si nutrono ormai poche speranze.

Sempre nella giornata di oggi, centinaia di persone hanno abbandonato a piedi l’ospedale di al-Shifa, ma buona parte dei presenti nella struttura (tra i quali malati e feriti) non è stata in grado di lasciarla, come richiesto dall’esercito israeliane. L’esercito da parte sua ha respinto l’accusa di aver ordinato l’evacuazione e ha fatto sapere che il personale medico potrà rimanere per assistere i pazienti, precisando che chi avesse desiderato lasciare la struttura avrebbe potuto farlo attraverso un percorso sicuro. Al-Shifa continua a essere ritenuto un obiettivo militare da Israele, secondo il quale l’ospedale nasconde un centro di comando di Hamas.

Erdogan: “Non lasceremo impuniti i crimini di Israele. Agiremo in tutte le sedi opportune”

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di rientro dalla Germania, dove ha incontrato il presidente Frank Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz, ha voluto ribadire l’impegno della Turchia nel denunciare i crimini di guerra commessi dal governo israeliano durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza, affinché questi vengano puniti.

Tutti parlano dei civili israeliani uccisi, ma purtroppo sono stati uccisi 13 mila civili innocenti palestinesi. Non si può continuare a giustificare questo massacro con l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Non è la maniera giusta di spiegare questa storia.

Il presidente turco ha poi ulteriormente ribadito che “il governo israeliano dovrà rispondere dei propri crimini dinanzi la Corte Penale Internazionale” e ha sostenuto che il premier israeliano Netanyahu è ormai finito:

Andrà via e saremo salvi da questo personaggio. Il 60/70% degli israeliani non lo vuole e anche la comunità internazionale se ne sta accorgendo perché il prezzo di questa guerra lo stanno pagando tutti.