Nel 2024, le buste paga subiranno qualche cambiamento, con il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef: chi ci guadagna? Il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento degli scaglioni Irpef avvantaggiano soprattutto i lavoratori con redditi tra i 15.000 euro e i 28.000 euro.

Nel testo, andremo a vedere per quali lavoratori le due costose misure inserite nella Legge di Bilancio saranno davvero vantaggiose e per chi, invece, non cambierà assolutamente niente.

Taglio del cuneo fiscale e riforma dell’Irpef: come cambiano le buste paga

Nella prossima Legge di Bilancio per il 2024 sono state concentrate quasi tutte le risorse sulle misure che riguardano le buste paga. Le principali misure sono due: il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef.

Per quanto riguarda la conferma del taglio del cuneo fiscale, per il 2024 impegna circa la metà delle risorse utilizzate dalla Manovra. Già introdotta nel 2022, come intervento temporaneo, è stata prorogata e rafforzata più volte.

Entrambe le misure hanno lo scopo di aumentare il reddito. Il taglio del cuneo fiscale non porterà differenze visibili, in quanto è lo stesso al quale si è abituati. La riduzione sarà del 7% per chi ha un reddito fino a 25.000 euro e del 6% per chi ha un reddito fino a 35.000 euro.

Se si vuol fare una media, sarà di circa 80 euro al mese in più. Il beneficio sarà più limitato per chi ha un reddito basso, ma sarà più vantaggioso per chi uno stipendio sotto i 25.000 euro o sotto i 35.000 euro.

Come funziona la nuova Irpef e chi risparmia

Per la riforma dell’Irpef, è previsto uno stanziamento di circa 4,3 miliardi di euro. Si attuerà l’accorpamento dei primi due scaglioni reddituali, quello fino a 15.000 euro e quello tra i 15.000 euro e 28.000 euro, ai quali verrà applicata l’aliquota del 23%.

Ricordiamo che il Governo a guida Meloni non è il solo ad aver messo mano all’Irpef, riducendo le attuali quattro aliquote a tre. Già il Governo a guida Draghi, nel 2021, aveva proceduto al medesimo taglio, eliminando una delle cinque aliquote esistenti.

La riforma dell’Irpef porterà benefici maggiori ai redditi più alti. Le nuove aliquote, dal 2024, saranno le seguenti:

  • Redditi fino a 28.000 euro, aliquota del 23%;
  • Redditi da 28.000 euro a 50.000 euro, aliquota del 35%;
  • Redditi oltre 50.000 euro, aliquota del 43%.

Per le fasce più povere, ovvero per chi ha un reddito sotto i 15.000 euro non cambierà nulla. I benefici saranno limitati ai primi due scaglioni e il massimo si raggiungerà per i contribuenti che hanno un reddito di oltre 28.000 euro. Costoro, infatti, avranno da versare 260 euro all’anno in meno.

Impatti sugli stipendi

Se si combinano le due misure, taglio del cuneo fiscale e riforma dell’Irpef, la situazione diventa favorevole e vantaggiosa solo per alcune categorie di contribuenti.

Otterranno un miglioramento di circa 60 euro al mese, i contribuenti con reddito poco più di 15.000 euro. Aumenta di circa 40 euro il guadagno per chi ha un reddito di 35.000 euro.

Il tetto massimo è per chi guadagna mensilmente circa 2200 euro lordi, sarà di 110 euro in busta paga.

Sopra i 35.000 euro, quando non si applica più il taglio del cuneo fiscale, il beneficio scende a 20 euro al mese e si annulla completamente sopra i 50.000 euro.

Quali sono le categorie di lavoratori maggiormente interessate? Oltre agli operai e agli impiegati non ci sono altre categorie interessate dal taglio del cuneo fiscale, tranne che in alcuni casi. Per esempio, i dirigenti beneficeranno della riduzione dell’Irpef.

Invece, per quanto riguarda i lavoratori autonomi, la riforma dell’Irpef incide molto meno rispetto ai lavoratori dipendenti.

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