Perché Filippo Turetta avrebbe ucciso Giulia Cecchettin? Ancora non ci sono notizie certe sulle dinamiche della morte della 22enne, il cui cadavere è stato ritrovato il 18 novembre nei pressi del lago di Barcis, in Valcellina. Tuttavia, dopo quanto emerso dalle indagini e in particolare da un video di una telecamera di sorveglianza, gli inquirenti hanno emesso un mandato di cattura europeo nei confronti dell’ex fidanzato della vittima, indagato per omicidio.
Perché Filippo Turetta avrebbe ucciso Giulia Cecchettin? Il movente e il profilo psicologico
Il prof. Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo, durante un’intervista per Tag24, spiega le possibili motivazioni che avrebbero potuto spingere il 22enne a compiere un gesto tanto estremo nei confronti dell’ex ragazza.
D: Se fosse confermato che l’ha uccisa il fidanzato, quale potrebbe essere il movente?
R: I profili più frequenti in questi casi sono quelli legati ad una percezione di inadeguatezza nei confronti della relazione. A uccidere nel femminicidio è sempre quello che io definisco “il maschio fragile”. Cioè qualcuno che non riesce a mantenere nei confronti del rapporto e della relazione un rapporto adulto e sviluppa un rapporto di dipendenza e aggressività nei confronti della partner. In questa situazione il maschio fragile è qualcuno che non riesce a sopportare l’idea o la possibilità della perdita e dell’abbandono e che quindi di fronte alla minaccia della fine di un rapporto, diventato un rapporto di dipendenza, porta la situazione ad altissimo rischio.
Quindi ad uccidere in questi casi non è mai il maschio Peter Pan, o farfallone, ma sempre un soggetto fortemente dipendente. Dal poco che si capisce, questa potrebbe essere un’eventualità del caso.
D: Perché dovremmo aspettarci reazioni simili da questo ragazzo? E’ stato descritto dalla sorella di Giulia come timido.
R: Vulnerabile, dipendente, con una forte paura dell’abbandono. I ricatti emotivi per continuare a vedersi erano cose che evidentemente la ragazza non voleva proseguire e che ha determinato alla fine un breakdown pericoloso.
Filippo Turetta aveva paura dell’abbandono di Giulia Cecchettin?
D: Può trattarsi anche di possessività, visto che lei lo aveva lasciato? Oppure potrebbe essere legati al fatto che lei stava per laurearsi e si sarebbe allontanata da lui?
R: C’è senza ombra di dubbio una componente di possessività e, per la laurea, è una possibilità, perché si tratta sempre di minaccia di perdita, di paura dell’abbandono, di separazione. Tutte cose che lui non poteva tollerare, come la crescita dell’autonomia di lei, nei confronti di una situazione che lo rassicurava soltanto in una condizione di dipendenza.
Sindrome del maschio fragile, come riconoscerla? I segnali
D: Come possiamo riconoscere questa ” sindrome del maschio fragile?”
R: I maschi infedeli e farfalloni sono ad esempio meno vulnerabili nei confronti del pericolo dell’abbandono. Mentre quelli cui bisogna prestare attenzione sono quei soggetti con una ossessività, una certa tendenza depressiva, una certa tendenza al legame forte, esclusivo, totale, sono quelli che subiscono in maniera più grave la paura dell’abbandono. Lo possiamo dedurre dalla paura di essere abbandonati, dalla mancanza di autonomia, dalla tendenza al bisogno della presenza dell’altro.
D: Certi tipi di disturbi si possono anche manifestare improvvisamente a causa di una determinata condizione come, appunto, l’essere lasciati?
R: Si può manifestare anche improvvisamente, ma in generale, quando c’è una dimensione di esclusività, dipendenza, qualche screziatura depressiva o di disturbo ossessivo compulsivo, questo è più frequente. A volte non ci si rende subito conto perché la psicologia femminile può risultare attratta da tratti di affidabilità, sicurezza, persino di fedeltà che altri soggetti non presentano. Bisogna fare attenzione quindi a quei personaggi che appaiono troppo dipendenti.
Questi uomini possono sembrare particolarmente buoni, fedeli, presenti, dolci, bisognosi, ma di fronte alla minaccia dell’abbandono, tutto questo può rivoltarsi nel suo contrario.
Ritiro mio precedente commento.
Molto stigmatizzante e giudicandr verso tutti i ragazzi più fragili , come se fossero tutti degli assassini. Questo articolo mi fa rendere conto che la vita fa schifo.
Nascere in questi anni uomo caucasico etero ed italiano è una sfiga…non è che forse il problema è alla base ed è un pó colpa di tutti senza alcuna distinzione?
Data la descrizione qualsiasi ragazzo fragile e insicuro sarebbe un potenziale killer.
Bisogna fare sempre molta attenzione a divulgare certe informazioni. La maggioranza delle persone equipara un fattore di rischio ad una causa, quindi si può fare passare l’idea che uomini sensibili, molto legati alla loro partner sono tutti potenziali omicidi (o femminicidi a voler usare un termine tanto di moda ultimamente)