“Pronto, sei tu Ken Lee?” A ridere con Stefano, in arte Ken Lee, abbiamo cominciato più o meno da qui. E si può ben capire il perché se si va sul suo canale TikTok, dove sfoggia l'”hokunedo“, l'”arte marziale” da lui inventata fondendo la Sacra Scuola di Hokuto (se siete poco esperti di cartoni animati anni ’80 la porta è quella, grazie) e la filosofia fondata da Bruce Lee (se non conoscete il personaggio potete anche tornare sul pianeta da cui venite, grazie). In sette mesi, il canale è arrivato a più di un milione e 100.000 follower. C’è un video in cui Ken Lee, 45enne della provincia di Venezia, tira pugni e calci in aria dal soggiorno di casa e ha raggiunto qualcosa come 48,7 milioni di visualizzazioni. Un altro, in cui “combatte” con un appendiabiti, è finito persino sul canale statunitense Espn. Il vecchio adagio degli americani è che, se qualcosa non finisce su Espn, allora non è sport. Beh, nemmeno quello che offre Ken Lee è propriamente uno sport, ma per una ragione misteriosa e incredibile non si riesce a staccare gli occhi da quelle performance. E a ridere.

“Sono un appassionato di arti marziali che ha perso il lavoro a causa del Covid. Facevo il promoter nel campo della telefonia. Un po’ per la noia, un po’ per spezzare la monotonia di inviare curricula, mi sono detto: ‘Bah, rispolveriamo questa passione per creare qualcosa di comico’. Le mosse un po’ le conoscevo, per essere stato cintura marrone di karate, quasi nera, vediamo cosa viene fuori. Oh, ci credete? Sono impazziti tutti per la velocità”. E ride anche lui.

Quattro chiacchiere con Ken Lee, lo stravagante karateka che diverte tanti su TikTok

E già qui parte il divertimento, come del resto ha sottolineato Espn. A proposito, com’è stato vedersi lì?
“Semplicemente assurdo, sono rimasto a bocca aperta. Anche perché è nata una specie di mania. Ho aperto da poco l’account Instagram e sono già a 200.000 utenti. Tantissimi commentano e mi chiedono camicia e cappellino”.

Te l’aspettavi?
“Affatto. Quando ho cominciato a vedere i numeri, ho pensato che la cosa si faceva interessante. Ed è venuto fuori un guadagno, uno stipendietto, che però è già qualcosa. Ma TikTok non paga tantissimo, quanto a Instagram mi aiuta per i brand. Difatti mi stanno contattando alcuni marchi, mentre i ragazzi mi mettono nelle loro storie ed è un bombardamento di messaggi privati“.

Altro che il promoter…
“Bah, più o meno guadagno lo stesso, ma mi diverto moltissimo perché seguo una passione e propongo comicità. La gente pensa che io abbia soltanto una camicia a quadri, ma in realtà ne ho cinque tutte uguali. Di quelle scarpe (senza lacci, come piacciono a me) ne ho due paia. Però sono in tanti a chiedermi dove possono comprare la camicia”.

Hai pure il manager.
“E che manager! Parliamo di Luigi Perillo, che in Italia è nome di primo piano per l’organizzazione di grandi eventi legati agli sport di combattimento. Si occupa anche di Mma. Io invece ho lanciato l’Hokunedo. Col manager ho fatto la crasi tra Kenshiro (Ken il Guerriero, ndr) e Bruce Lee – ride – ed è venuto fuori Ken Lee”.

A noi ricordi anche il Bracardi anni ’80 dello spot delle pizzette Catarì.
“Ricordo. Però non mi ispiro a nessuno. Sono casalingo, giro i video dal soggiorno. Il mio personaggio a quanto pare piace e sono duettato (come si usa su TikTok) da tanta gente di altri Paesi. Certe volte è una fatica con il translate di Google…”.

Personaggi e marchi importanti bussano alla porta, in cantiere anche le figurine, ma niente cambio d’immagine

Sì, ma non hai mai pensato a un cambio d’immagine?
“Se arrivasse, che so, Trussardi a sponsorizzare ci penserei. Scherzi a parte sono umile, convivo da 17 anni con la mia fidanzata, faccio la spesa alla Lidl. Mio padre non sta molto bene, mia madre ha bisogno di aiuto. Io mi barcameno qua e là. La mia vita non è proprio rose e fiori”.

Hai avverato un sogno?
Qui Ken lascia spazio a Stefano: “Per i sogni è tardi, non sono più un bambino. Ho creato un personaggio che sembra far ridere. Ho messo su contatti, ma fin quando non si concretizza resto con la bocca cucita. Sono stato a ‘Tu si que vales‘ e i giudici si sono complimentati con me soprattutto per il lato umano. Campare esclusivamente con questa attività, al momento, non è possibile. Sono un ‘combattente che offre sorrisi’, dai”. E sorride anche lui.

Non male di questi tempi.
“Esatto. E l’idea di far divertire qualcuno che è appena rientrato a casa dal lavoro mi piace. Ci sono anche gli haters, quelli che mi insultano e mi danno del matto, ma ci sta. Per quanto mi riguarda preferisco concentrarmi sui lovers. Sto realizzando degli avatar che dovrebbero diventare figurine per bambini. La vita è un’onda e, se la sai cavalcare, bene, altrimenti anneghi. Io sto cercando di cavalcarla. Vengo dalla provincia, non mi faccio troppe illusioni”.

Per i follower hai coniato “my fighters”. Come mai?
“Piace. Del resto siamo tutti combattenti anche solo per il fatto di avere lo stress delle bollette e delle tasse. Nella vita ci vogliono poi le palle anche in amore. Le mie ‘mosse’ sono per lottare col sorriso e con amore. Sembra una di quelle cose dei cartoni anni ’80, ma ci sta. Del resto sono un grande appassionato. Posso chiudere col mio motto?”

Per l’inventore dell'”hokunedo” questo e altro.
“Dice: ‘Se non hai talento, gioca con il vento’. Significa di provarci sempre, provarci lo stesso anche se manca il talento. Spazia con la fantasia, cosa c’è da perdere?”

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