Nuovi requisiti per le pensioni 2024. Sarà necessario più tempo per rimanere al lavoro e meno tempo per andare in pensione, una condizione che non riguarderà solo alcuni lavoratori. Ancora una volta, anticipare l’addio dal lavoro non sarà facile, poiché vengono apportate ulteriori modifiche al sistema previdenziale.
Il governo Meloni rettifica le misure già attive, facendolo con estrema pacatezza. L’obiettivo rimane quello di ridimensionare i costi; di conseguenza, la presa si stringe (ancora una volta) sul fronte pensionistico. Vediamo insieme quali sono i nuovi requisiti andare in pensione nel 2024.
Pensioni nuovi requisiti 2024
Una casa è certa: anche nel 2024 si andrà in pensione con il requisito anagrafico, contributivo e altre condizioni di natura economica. La linea pensionistica si sviluppa su due fasi: requisiti e importo minimo.
Questo approccio vale per la gran parte dei lavoratori che perfezionano i requisiti per la pensione nel 2024. Secondo numerosi esperti, si tratta di un sistema pensato per garantire una rendita mensile equa alle esigenze familiari.
Tuttavia, c’è un percorso di ritorno, e consiste nel non gravare sulle casse dello Stato.
In sostanza, lo scopo principale rimane quello di ridurre la distribuzione dei sussidi, aiuti e benefici economici necessari a riequilibrare il potere di acquisto delle famiglie.
Nel 2024, ci aspettano ancora modifiche sulle soglie minime per ritirarsi dal lavoro. In particolare, i cambiamenti riguarderanno i contributivi puri e non solo. Vediamo insieme le nuove disposizioni presenti nella bozza della legge di Bilancio 2024.
Cosa cambia sulle pensioni nel 2024?
Secondo quanto indicato nel disegno della Manovra 2024, l’uscita dal lavoro sarà condizionata dalla presenza di un assegno mensile non superiore a cinque volte il trattamento minimo.
Iniziamo con la pensione anticipata Quota 103 nel 2024, che permette l’uscita a 62 anni di età con 41 anni di contributi, accompagnata da un assegno di quattro volte il trattamento minimo. Inoltre, l’INPS calcola la rendita escludendo il sistema retributivo, applicando esclusivamente il sistema contributivo.
Qual è l’importo del trattamento minimo INPS? Il trattamento minimo, ovvero l’assegno sociale, nel 2023 corrisponde all’importo pari a 503,27 euro.
Nel 2024, sono previste delle variazioni in aumento, di pochi spiccioli, considerando che la rivalutazione si attesterà sullo 0,8%. Pertanto, l’importo del trattamento minimo salirà a 507,02, per un totale annuo pari a 6.591,26 euro.
Inoltre, dovrebbe essere applicato un ulteriore incremento dovuto alla nuova rivalutazione del 2024, pari al 5,4%; pertanto, il trattamento minimo dovrebbe salire a 534,40 euro, per un totale annuo pari a 6.947,18 euro.
Come funziona le pensione a 64 anni nel 2024?
Nella prossima legge di Bilancio, non sono previste variazioni per la pensione di vecchiaia; pertanto, resta il requisito generale dei 67 anni di età aggregato ad almeno 20 anni di versamenti contributivi.
Attualmente, i lavoratori che hanno iniziato a maturare un’anzianità contributiva dopo il 31 dicembre 1995 devono, per pensionarsi, rientrare in una rendita pari a 1,5 volte il trattamento minimo.
Applicando le modifiche contenute nella bozza della legge di Bilancio 2024, tale vincolo viene ridimensionato su un importo non inferiore a quello del trattamento minimo. Pertanto, i contributivi puri possono andare in pensione con un assegno pari a 534,40 euro.
Si tratta di una liberazione, soprattutto considerando che, in molti casi, questo limite non permetteva l’accesso alla pensione a 67 anni di età, richiedendo la continuazione del servizio fino al compimento dei requisiti con l’erogazione dell’a rendita a prescindere dall’importo, ovvero fino a 71 anni di età.
Pensioni nuovi requisiti 2024: quanto si andrà in pensione con la nuova riforma?
Dal 2024 l’età per la pensione di vecchiaia resta invariata a 67 anni. Il requisito anagrafico è stato congelato fino al 2026, successivamente sarà adeguato ai rilevamenti ISTAT sull’aspettativa di vita.
I contributivi puri possono pensionarsi a 64 anni di età con 20 anni di contributi. Tuttavia, tali requisiti sono vincolati dalla presenza di una rendita pari a 2,8 volte il trattamento minimo.
In estrema sintesi, le novità presenti nella bozza della Manovra 2024 portano a variazioni sull‘importo della pensione che non deve risultare inferiore all’importo dell’assegno sociale.
Il diritto alla pensione di vecchiaia anticipata a 64 anni di età con 20 anni di contributi prevede l’applicazione di diversi vincoli, tra cui:
- una contribuzione effettiva minima di 20 anni di versamenti;
- una rendita pari ad almeno il valore dell’assegno sociale, rivalutato su base annua nella misura di 3 volte il trattamento minimo, ridotto per le lavoratrici:
- 2,8 volte per le donne con un figlio;
- 2,6 volte per le donne con due o più figli.
In diverse situazioni, l’assegno non sarà superiore a cinque volte il trattamento minimo per l’intero periodo di perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria. Attualmente, non sono previsti limiti.
Infine, le novità riguardano anche l’introduzione di una finestra mobile di tre mesi.