Quella di Ciccio Graziani è la storia di un campione. Calciatore prima, allenatore poi, ma anche dirigente, direttore sportivo e commentatore tv. Da Subiaco, dove è nato nel 1952, di strada ne ha percorsa tante. Partito da una piccola realtà di provincia, grazie al Torino prima e a Fiorentina e Roma poi, è riuscito ad affermarsi nel calcio che conta conquistando un posto da protagonista anche nella Nazionale italiana. Attaccante generoso, talentuoso e umile, è salito sul tetto del mondo con l’Italia di Bearzot nel 1982. Personaggio eclettico, simpatico e senza peli sulla lingua, per commentare l’Italia di Spalletti, ma mancata convocazione di Ciro Immobile e la pace fatta con Francesco Totti, Ciccio Graziani è intervenuto in esclusiva a Tag24.
L’Italia di Spalletti, da Immobile a Totti: Graziani a Tag24
Due ore esatte al fischio d’inizio di Italia-Macedonia del Nord. Una gara importantissima per la Nazionale di Luciano Spalletti che questa sera si giocherà buona parte delle possibilità di proseguire nel percorso di qualificazione per gli Europei del 2024. Allo stadio Olimpico, in casa, gli azzurri non possono sbagliare. Prima il match di questa sera, poi quello di lunedì contro l’Ucraina per strappare il pass e scacciare una volta e per tutte i fantasmi del recente passato. Per commentare l’Italia di Spalletti, ma anche la decisione di non convocare Ciro Immobile e la pace fatta tra il CT e Totti, Ciccio Graziani è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Manca pochissimo al fischio d’inizio dio Italia-Macedonia del Nord, che tipo di partita si aspetta?
“Penso che si debba ragionare una partita per volta senza pensare già anche a quella di lunedì contro l’Ucraina. Questa sera per l’Italia sarà una partita importantissima e bisogna vincerla a tutti i costi. La madre di tutte le gare però sarà quella contro l’Ucraina perché, ammesso che gli azzurri facciano i 3 punti questa sera, quello sarà uno scontro diretto che non si potrà sbagliare. si deciderà tutto lì, consapevoli che la squadra di Spalletti avrebbe due risultati utili su tre. È per questo che il match di questa sera diventa fondamentale”.
Lei è stato un attaccante importante, sia per le sue squadre di club che per la Nazionale italiana. il fatto che non sia stato convocato Ciro Immobile è una scelta che comprende in questo momento o lo avrebbe portato?
“Io Ciro lo avrei portato comunque, ma mi sembra abbastanza evidente che Spalletti stia facendo scelte diverse. Probabilmente anche per Immobile si sta avvicinando il momento in cui dovrà dire addio alla Nazionale. Il CT sta valutando attentamente le nuove leve e si sta concentrando su tutti i ragazzi che stanno emergendo adesso. Raspadori, Scamacca e Kean saranno valutati in queste due partite. Resta il fatto che Immobile in questo momento non sia stato preso in considerazione per scelta tecnica. Francamente un centravanti così lo avrei comunque convocato e portato, magari inizialmente per la panchina. Spalletti dice che non è al 100% della forma e magari ha anche ragione, ma a uno così non si può rinunciare vista l’importanza delle partite”.
Tra quelli che ha portato invece ce n’è uno che la convince di più?
“Sono contento per Chiesa sinceramente. Penso sia uno dei pochi giocatori che davvero ti possono fare la differenza. Abbiamo un attaccante in più lì davanti che è molto bravo e per i compagni può essere un bel valore aggiunto”.
È fiducioso per questa sera?
“Assolutamente sì, molto fiducioso”.
Un’ultima curiosità. Pace fatta tra Spalletti e Totti, questo può essere il primo passo per dare all’ex capitano della Roma un ruolo in Federazione?
“Ci sarebbe da capire prima di tutto che cosa vuole fare Totti da grande. Vuole fare il dirigente, il direttore sportivo, l’assistente tecnico? Io non l’ho capito e penso non lo sappia ancora neanche lui. Un ruolo dirigenziale è già coperto da Buffon. Adesso bisogna capire se lui ha voglia di misurarsi sul campo e magari guardare al futuro in una realtà che possa vederlo protagonista da allenatore. Allora avrebbe senso farlo entrare nello staff di Spalletti. Altrimenti non ci sono i presupposti”.
Vale lo stesso anche per la Roma?
“In giallorosso è già diverso, potrebbe ricoprire un ruolo dirigenziale. Più o meno come hanno fatto all’Inter o alla Juventus, inserendo calciatori di grandissima esperienza che vengono inseriti in società e piano, piano imparano e maturano. Il ruolo più appropriato sarebbe questo. Oppure potrebbe diventare un accompagnatore ufficiale, potrebbe andare in panchina e stare insieme ai giocatori. Io però lo vedo più come vicepresidente, tipo Zanetti all’Inter. anche perché sarebbe interno al club e verrebbe coinvolto anche in decisioni importanti. Se poi invece vuole misurarsi con il campo le cose cambiano”.