Arrivano gli aumenti delle pensioni e gli arretrati con il cedolino di dicembre 2023, mensilità nella quale l’Inps verserà la differenza tra il tasso di inflazione del 2022 provvisorio e la percentuale definitiva spettante. Sulla differenza, l’Inps verserà anche il conguaglio, consistente in arretrati per le prime undici mensilità di quest’anno.
A darne notizia lo stesso Istituto di previdenza che ha pubblicato il messaggio numero 4050 del 2023, con il quale informa di aver terminato i calcoli per l’aggiornamento di 21 milioni di assegni dei pensionati. Con il cedolino di dicembre 2023 ci sarà, dunque, il versamento dell’anticipo dei conguagli del 2022, di norma pagati a gennaio dell’anno successivo, e gli arretrati del 2023.
Pensioni, aumenti di dicembre 2023 e arretrati: ecco gli importi calcolati dall’Inps
Arrivano gli aumenti delle pensioni di Natale. L’Istituto di previdenza ha terminato i calcoli relativi all’aggiornamento dei mensili di 21 milioni di pensionati. A tutti andrà la differenza tra il tasso di inflazione calcolato dall’Istat a fine novembre del 2022 e il dato definitivo, pubblicato successivamente.
Il tasso di inflazione provvisorio è quello riferito all’anno 2022 sul quale sono state indicizzate le pensioni per l’anno 2023. Di norma, il recupero della differenza con il tasso definitivo (comunicato successivamente agli aumenti di inizio anno) avviene nel mese di gennaio, ma il governo ha stabilito il pagamento in anticipo di quanto dovuto, tra aumento delle pensioni e conguaglio del 2023.
La differenza, dunque, deriva dal 7,3% del dato provvisorio dell’Istat e l’8,1% che costituisce il dato definitivo dell’aumento dei prezzi del 2022. Lo 0,8% di differenza, non solo entrerà a regime nel cedolino mensile dei pensionati, ma dovrà essere moltiplicato per 11 – corrispondenti alle mensilità da gennaio a novembre 2023 – per determinare gli arretrati che spettano a ciascun pensionato.
Pensioni dicembre 2023, aumenti e arretrati: ecco tutti i calcoli
Il calcolo degli aumenti e del conguaglio segue lo stesso meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione. Pertanto, lo 0,8% di aumento sarà pieno per tutte le pensioni fino a quattro volte il minimo, pari a 2.254,93 euro al lordo. Queste pensioni aumenteranno di 16,81 euro, mentre gli arretrati ammonteranno a 184,91 euro. Il trattamento minimo riferito all’anno 2023 è pari a 563,73 euro, ovvero 567,94 euro con la rivalutazione al tasso definitivo per l’anno 2023.
Per gli assegni da quattro a cinque volte il minimo dell’Inps, l’aumento è fissato all’85% (dello 0,8%). Quindi, lo 0,68% andrà ad aumentare gli assegni fino a 2.789,90 euro al lordo, con un incremento mensile di 17,86 euro e un conguaglio da gennaio a novembre 2023 di 196,46 euro lordi.
Per le pensioni da cinque a sei volte il trattamento minimo dell’Istituto di previdenza, ovvero fino a 3.274,24 euro al lordo, l’incremento sarà del 53% dello 0,8%, ovvero dello 0,424%. Quindi, queste pensioni avranno un aumento mensile di 13,37 euro e un arretrato di 147,07 euro a dicembre.
Di quanto aumenta la pensione per l’inflazione?
Per le pensioni da sei a otto volte il trattamento minimo, ovvero fino a 4.347,25 euro, l’incremento sarà del 47% (dello 0,8%). L’aumento mensile che andrà a regime sarà di 15,80 euro, mentre gli arretrati per undici mesi saranno pari a 173,80 euro. Per le pensioni da otto a dieci volte il trattamento minimo, ovvero da 4.347,25 a 5.395,71 euro, l’aumento sarà del 37% dello 0,8%, ovvero dello 0,296%. Pertanto, la pensione mensile aumenterà di 15,55 euro, mentre gli arretrati ammontano a 171,05 euro.
Infine, per le pensioni oltre le dieci volte il trattamento minimo, ovvero al di sopra di 5.35,71 euro al lordo, l’aumento sarà del 32% dello 0,8%, quindi pari allo 0,256%. L’incremento mensile a regime sarà di 13,45 euro, per un totale di conguaglio di 147,95 euro.