Wish è un film la cui trama è un chiaro omaggio al centenario dei Walt Disney Pictures Animation Studios.

Lo è per la trama che rimanda e si contamina di moltissimi meccanismi già visti e rivisti, ma mai come questa volta al centro di tutto c’è il sogno e il significato che esso può avere in una comunità. Un messaggio attuale e potente che potrà appassionare le nuove generazioni, ma che altrettanto potrebbe annoiare le vecchie. Il nuovo Wish infatti fa sognare solo sulla carta, perché i sogni più belli sono ad occhi aperti e qui c’è il rischio di chiuderli.

Wish la recensione di un film dalla trama piuttosto debole

Sin dall’inizio di Wish c’è come la sensazione di trovarsi da parte al riassunto dei classici più belli, con il risultato finale che ne esce come un qualcosa di monco che non è carne ma neppure pesce. Un film visivamente molto bello, con personaggi anche simpatici ed un doppiaggio intrigante nonostante la ripetitività delle canzoni.

Chris Buck e il team produttore sono anche le menti dietro al successo planetario Frozen, forse proprio per questo sembrava scontato attendersi ben altro risultato. A loro si è aggiunta  Fawn Veerasunthorn alla sua prima regia dopo il lavoro nel team creativo dietro Raya L’Ultimo Drago.

La giovane Aisha, doppiata nel parlato e nel canto dalla cantante Gaia, che scopre qualcosa che non va nel Re Magnifico (voce nel parlato di Michele Riondino) e vuole liberare i sogni è quanto di più banale e meno innovativo Disney abbia offerto da molto tempo. È come se il team di sceneggiatori ormai non sappia più dove attingere, a differenza della Pixar che, anche nei suoi film meno riusciti, lascia comunque sempre a bocca aperta.

I personaggi di Star e Valentino (applausi ad Amadeus per il doppiaggio italiano) sono sicuramente i più riusciti insieme ad Aisha, ma non bastano per rendere questo classico del centenario il capolavoro indimenticabile che avrebbe dovuto essere.

Siamo al livello di Strange World e ben lontani da Zootropolis, ultimo classico davvero indimenticabile. Quello era un mondo davvero costruito bene e con una scrittura priva di sbavature. L’effetto nostalgia, ottenuto con le citazioni in Wish da Peter Pan, Mary Poppins e altri classici, non basta a salvare il film.

Un lavoro dunque che non scalda il cuore, esattamente quello che invece i gioielli della Disney dovrebbero sempre fare. Sembra che gli Studios più che una crisi artistica abbiano effettivamente dimenticato come si sogni, come si possa immaginare davvero nuovi mondi.

Le parole dei registi  Chris Buck e Fawn Veerasunthorn

Dopo l’evento in anteprima dello scorso giugno, a Roma sono arrivati i due registi della pellicola, Chris Buck e Fawn Veerasunthorn.

Nel corso della presentazione alla stampa di Wish – dalla quale è arrivato anche l’annuncio della produzione già avviata di Frozen 3 e 4 – il regista Chris Buck, un veterano di Casa Disney, ha voluto ribadire come la trama che hanno costruito in questi cinque anni di lavorazione sia un omaggio ai grandi classici: “Siamo tornati all’origine facendo questo film, sapevamo fosse il centenario e siamo tornati ai primissimi classici a partire da Pinocchio, ma anche alla mia storia dove disegnavo in Red e Toby. Noi abbiamo raccolto un testimone non solo per l’animazione ma anche per la capacità di narrazione di Walt, questo è un qualcosa che sento molto forte in me”.

Dalle parole di Fawn Veerasunthorn, alla sua prima co-regia, emerge invece tutto il suo entusiasmo per l’incarico ricevuto. “Sono cresciuta con il film della Disney e sognavo di poter lavorare qui, mi sono trovata in un momento della mia vita in cui ho potuto farlo. È stata la storia di una persona che ha voluto perseguire i suoi sogni”.

La lotta del bene contro il male è da sempre presente in Disney come sottolinea proprio l’autrice di origine asiatica: “L’archetipo della favola con qualcuno che cerca di portare via i sogni e desideri provocando una reazione verso il mondo esterno ed è da sempre presente. Nel mondo che cerca di limitare le possibilità o farti sentire come se avessi paura del fallimento, ma quando hai un sogno dovresti esprimerlo. Questo ti rende vulnerabile”.

Chris Buck invece esprime il concetto di lotta per i propri sogni anche in base alla scelta di esprimerli con il canto della protagonista Aisha: “Penso ad una tradizione che c’è in America e che credo sia forte anche qui, quando spegni le candeline devi esprimere un desiderio segreto che altrimenti non si realizza. Wish vuole dire invece l’opposto, è un invito a cantare ed urlare i propri sogni perché così gli altri possono anche aiutarti a realizzarli”.

Quando esce Wish al cinema?

Wish arriverà al cinema in Italia dal prossimo 21 dicembre e successivamente sarà disponibile anche su Disney+.